Italia

Diffamazione ai danni di Nicola Izzo, nel processo contro il Sole 24Ore

 il Coisp resta a pieno titolo fra le parti civili, Maccari: “Difendiamo i poliziotti e la Polizia, con i fatti e non con le chiacchere.”

“Un altro fattaccio in cui assieme ad un Poliziotto si processava mediaticamente tutta la Polizia. Il Prefetto Nicola Izzo, dopo essere stato scagionato da ogni infamante accusa, ora ne chiede giustamente conto. Noi siamo assieme a lui, non solo idealmente, ma concretamente, per dire basta a chi spara a zero contro la Polizia ed i poliziotti, a chi pur di addensare oscure nubi su un Corpo fedele e onorevole calpesta e travolge vite e carriere illibate di uomini che hanno speso un’esistenza al serio e leale servizio dello Stato, insinuando frettolosamente e superficialmente ed irresponsabilmente orrendi dubbi nella mente e nel cuore dei cittadini. Ma noi crediamo fino in fondo alla nostra missione, e per questo siamo al fianco dei tutori dell’Ordine anche nelle aule dei Tribunali, riaffermando il diritto a difenderci ed a difendere nei fatti i poliziotti italiani. Una missione ancora una volta ampiamente riconosciuta dall’ennesima pronuncia dell’Autorità giudiziaria, che ha affermato la nostra piena legittimazione a stare in giudizio al fianco dell’ex Vice Capo della Polizia, al di là delle forti opposizioni degli imputati”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp riferisce così della nuova pronuncia del Tribunale di Milano che ha ribadito la piena legittimazione del Sindacato Indipendente di Polizia a costituirsi parte civile nell’ambito del procedimento a carico di Roberto Napoletano e Marco Ludovico, Direttore e Giornalista del Sole 24Ore, rinviati a giudizio per diffamazione pluriaggravata ai danni del Prefetto Nicola Izzo, a seguito della denuncia di quest’ultimo per via dei servizi di stampa relativi all’inchiesta sugli appalti per la costruzione del Centro elaborazione dati della Polizia a Napoli che aveva coinvolto lo stesso Prefetto, allora Vice Capo Vicario della Polizia, ed altri indagati, e che si è poi conclusa con un’archiviazione per tutti. Secondo le accuse formulate dalla Procura, gli imputati si sarebbero resi responsabili di diffamazione a mezzo stampa ai danni di Izzo, inoltre aggravata per l’attribuzione al Prefetto di un preciso fatto poi dimostratosi infondato, e per l’essere la persona offesa un organo dello Stato. Il Coisp era già stato ammesso in giudizio dal Giudice dell’udienza preliminare, a metà gennaio, ma nel corso del processo dibattimentale la difesa degli imputati aveva insistito perché fosse estromesso, sulla base di una presunta carenza di legittimazione a stare in giudizio, in considerazione dell’assenza di riferimento al Sindacato nel capo di imputazione e dell’insussistenza del nesso eziologico tra la condotta contestata ed il danno lamentato dal Coisp stesso. Il Tribunale ha però respinto integralmente la richiesta di estromissione avanzata dalla difesa degli imputati, aderendo alle argomentazione sostenute dalla difesa del Coisp, rappresentato in aula dall’avvocato Federica Casale, dello studio “Pini and Partners”.

“In particolare – spiega l’avvocato Eugenio Pini -, il Giudice ha affermato l’astratta ammissibilità della costituzione del Coisp, atteso che la giurisprudenza è unanime nel riconoscere legittimazione alla costituzione di parte civile degli enti esponenziali, tra cui appunto il Sindacato, quale ente rappresentativo degli interessi collettivi degli appartenenti al Corpo della Polizia di Stato. Inoltre, il Tribunale ha riconosciuto la sussistenza in concreto di un nesso eziologico tra la condotta addebitata agli imputati e la lesione degli interessi tutelati dal Sindacato, in quanto l’accusa riportata dall’articolo del Sole 24 Ore, riguardando un Ufficio apicale deputato a rappresentare all’esterno il Corpo della Polizia, è suscettibile di causare un danno al decoro professionale non solo della persona offesa ma anche della intera categoria degli Operatori di Polizia, oggetto di tutela da parte del Coisp tramite le proprie finalità statutarie. Ciò detto – conclude il legale -, con grande soddisfazione il Coisp annuncia a tutti i propri iscritti e non, che continuerà a sostenere il Dott. Izzo nelle competenti sedi giudiziarie, volendo tutelare i diritti del medesimo e di tutti gli Appartenenti al Corpo della Polizia di Stato”.

“Lo abbiamo detto mille volte e lo ripetiamo – gli fa eco Maccari -: è nostro preciso dovere, quali rappresentanti di migliaia di Poliziotti italiani, spenderci in ogni modo ed in ogni sede per tutelare l’onore e la lealtà dei colleghi quando si attenta ad essi colpendo uno di noi. Possiamo riuscire in questo intento grazie all’impareggiabile contributo di professionisti come l’avvocato Eugenio Pini, la cui convinzione e determinazione dimostra una profonda condivisione delle nostre ragioni. Ragioni che sono tutto per chi, come noi, fa del proprio dovere di rappresentare e tutelare i Poliziotti la vera ed unica ragione di vita, pur sapendo che non c’è risarcimento che possa lenire certe ferite arrecate ai Servitori dello Stato, ma conoscendo l’importanza di sentire la concreta vicinanza di chi può ben immaginare cosa significhi patire le sofferenze, le ingiustizie, le offese che il Prefetto Izzo ha dovuto subire, e con lui una categoria troppo bersagliata da facili strumentalizzazioni e troppo abbandonata all’incuria di chi, invece, dovrebbe difenderla fino allo stremo”.

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