Coisp: il Comparto Sicurezza al default

“Per questa volta non si parla di noi ma è assolutamente profetica se le cose non cambieranno in Italia……”
“Centinaia di auto della polizia e veicoli e autopompe dei vigili del fuoco sono immobilizzati o fuori uso in quanto non vi sono fondi per ripararli o sostituirli. Lo riferisce la stampa citando funzionari della polizia e dei pompieri. Cinque anni di crisi economica e recessione nel Paese hanno causato notevoli problemi nel funzionamento quotidiano delle forze di polizia e dei pompieri in quanto la maggior parte del loro parco veicoli è invecchiato e manca di manutenzione. Un funzionario della polizia ha detto che il 65-70% delle auto di pattuglia e delle moto sono ferme nelle rimesse perché non ci sono fondi per ripararle. Per lo stesso motivo, come hanno reso noto funzionari dei vigili del fuoco, è fuori uso il 35-40% dei loro mezzi. La maggior parte dei veicoli hanno più di 15 anni ed una percorrenza media di 350-450.000 km, mentre quelli che hanno meno di 15 anni hanno percorso almeno 200-300.000 chilometri.
Un ufficiale di polizia ha riferito che circa 3.000 vecchi veicoli sono stati demoliti l’anno scorso allo scopo di ottenere pezzi di ricambio per sostituire parti dei veicoli circolanti. Il costo del carburante è un altro fattore che non aiuta: circa 5.500 auto-pattuglia della polizia hanno motori ad alta potenza che, combinati con l’età dei veicoli, producono elevati consumi di benzina e l’aumento dei costi di gestione giornaliera. Stesso problema anche per i vigili del fuoco il cui parco veicoli – circa 3.000 – è composto da mezzi vecchi e il costo del carburante è elevato dal momento che anch’essi funzionano a benzina e spesso si guastano”.
“Una ‘fotografia’ davvero desolante e allarmante – scrive Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia -. Il quadro lapalissiano di una situazione al collasso che vede il sistema pericolosamente in bilico sul ciglio di un burrone in fondo al quale c’è la ‘morte’ della sicurezza dei cittadini. Una descrizione che, per questa volta, non è ‘farina del nostro sacco’ e non fa parte di uno dei testi con i quali comunichiamo con i cittadini e con le Istituzioni, perché… questo testo non lo abbiamo scritto noi e non parla di noi, essendo invece un pezzo di stampa riguardante la Grecia. E però una ‘fotografia’ che ben si adatta alla strada pericolosamente intrapresa anche in Italia, così risultando profetico rispetto alla realtà con cui ci dovremo confrontare presto se le cose continueranno così in ‘casa nostra’, e se si continuerà, imperterriti, a sacrificare sempre e comunque le esigenze operative e il bisogno di mezzi e numeri che assilla il Comparto”.
“E’ perfettamente inutile guardare alle difficoltà altrui fingendo che non ci possano toccare o che ‘a noi non possano capitare’ – conclude Maccari -, perché proprio mentre la Politica lo dice stiamo già vivendo, ora, adesso, difficoltà che rischiano di compromettere ulteriormente il livello di sicurezza fin qui garantito ai cittadini. La sicurezza non si fa a parole, nemmeno le più belle e forbite parole dei migliori oratori con il più rassicurante dei sorrisi stampato sulla faccia”.