Le energie rinnovabili rientrano tra i nuovi obiettivi dell’Ue
Le energie rinnovabili e gli interventi necessari per incrementare lo sviluppo e potenziare i loro effetti rientrano tra le priorità fissate dalla Commissione europea nel suo nuovo progetto per il clima e per l’energia. Le politiche energetiche europee diventano quindi più restrittive e vincolanti e fissano nuovi ambiziosi obiettivi per il prossimo 2030, chiedendo ad ogni Stato membro di rafforzare il proprio impegno per favorire la diffusione di queste nuove risorse energetiche. Infatti gli effetti positivi connessi al loro impiego non si manifesterebbero solo sul miglioramento delle condizioni ambientali e della salute dell’uomo, ma anche su altri importanti fronti. La green economy avrebbe infatti generato ben oltre 7.7 milioni di posti di lavoro, con una crescita di 18 punti percentuali rispetto ai dati del 2013.
Energie rinnovabili ed efficienza energetica: ecco le priorità
Il pacchetto clima-energia 2030 proposto dalla Commissione europea e presentato al Parlamento europeo si basa essenzialmente su tre elementi chiave: le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e il clima. Vediamo adesso nello specifico le proposte per ogni singola area d’intervento.
- Energie rinnovabili: gli interventi proposti dalla Commissione mirano ad una rivalutazione delle strategie fissate dalla Direttiva 2012/27 che chiede agli Stati europei di usare in modo razionale le risorse energetiche e di adottare dei sistemi per rafforzare il grado di efficienza energetica di tutti gli edifici, sia pubblici che privati. Tra gli interventi anche la maggiore diffusione delle diagnosi energetiche per limitare i casi di inutili sprechi, di contatori intelligenti e una maggiore promozioni dei servizi per il mercato energetico. Ogni Paese sarà libero di stabilire le modalità a seconda della propria situazione di partenza
- Clima: la riduzione dei gas serra del 40% entro il 2030 ed esclusivamente attraverso le direttive fornite esclusivamente dalle istituzioni europee. L’obiettivo è quindi quello di superare le direttive flessibili del Protocollo di Kyoto, ovvero le riduzioni ottenute con progetti realizzati in collaborazione con Paesi terzi. Tra le novità, l’introduzione di una riforma dell’Emission Trading System (ETS), che permetterà di stabilire una riserva mercato all’inizio del prossimo periodo di scambio. Lo scopo è affrontare l’eccedenza di quote di emissioni maturate negli ultimi anni e migliorare la resistenza del sistema in caso di gravi shock.
Abbassare del 40% le emissioni dei gas serra consentirà inoltre di ridurre progressivamente la dipendenza energetica europea e generare nuove opportunità occupazionali, stimolando anche l’interesse degli investitori verso nuovi progetti per le coperture energetiche. Decisivo sarà a questo punto l’intervento di ogni singolo Stato e la capacità di creare contestualmente delle leadership finalizzate al raggiungimento e rafforzamento degli obiettivi prefissati.