Editoriali

Al Priamar domani sera Il Barbiere di Siviglia

Savona- Prosegue domani sera con “ Il Barbiere di Siviglia” la stagione lirica estiva alla Fortezza del Priamar savonese.

Il melodramma buffo in due atti di Gioachino Rossini, su libretto di Cesare Sterbini, venne tratto dalla omonima commedia di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais “Le barbier de Seville”. Oltre alla rappresentazione di domani sera (inizio alle ore 21 e 15) l’ opera verrà riproposta anche domenica sera, alla setssa ora. Il cast internazionale e di alto livello presenta Ricardo Mirabelli (Il Conte d’Almaviva), Mauro Bonfanti (Figaro), Sopio Koberidze (Rosina), Giuseppe Esposito (Don Bartolo), Costantino Finucci (Don Basilio), Mirella Di Vita (Berta) e Lorenzo Malagola Barbieri (Fiorello). Si tratta di una nuova produzione del Teatro dell’Opera Giocosa in collaborazione con AllOpera di Milano e il Teatro Comunale L. Pavarotti di Modena. La regia è curata da Aldo Tarabella, Scene e costumi: Leila Fteita. A dirigere l’orchestra ed il Coro All’Opera di Milano sarà il Maestro Daniele Agiman. Nobili travestiti da poveracci, fanciulle in fiore, vecchi marpioni smaniosi, servi astuti e gran bailamme. Poi l’immancabile “tutto è bene quel che finisce bene”. Questa è l’opera buffa, a partire dagli intermezzi settecenteschi, che mettevano in scena inghippi, intrighi e chi più ne ha più ne metta per far ridere il pubblico. Ma il Barbiere è qualcosa di più presentando personaggi costruiti psicologicamente in maniera perfetta, una analisi approfondita della società del tempo, un libretto che interagisce all’unisono con la musica, la vittoria finale dell’ intelligenza, il tutto accompagnato dalla travolgente ironia rossiniana. Un’ opera che parte della critica riconosce esempio ideale e prototipo dell’opera comica moderna.

L’opera è tratta dall’omonima commedia di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, Le Barbier de Seville (1775) che insieme alla commedia Le Mariage de Figaro (da cui Mozart ha ricavato le sue Nozze di Figaro) e al dramma morale La Mère coupable (ripresa in musica, nel1964, da Darius Milhaud) compone la trilogia sulle vicende della famiglia spagnola d’Almaviva.

Di Barbiere ne era uscito già uno, quello di Giovanni Paisiello (1782) compositore molto influente ed apprezzato della precedente generazione, ancora in vita negli anni in cui operava il giovane Rossini; ed è per questo che il pesarese, per rispetto e forse anche per timore reverenziale verso il Maestro, decise di presentare la sua neonata creazione con un titolo diverso, Almaviva, o sia l’inutile precauzione.

Nella partitura, come era consueto all’epoca e non solo per Rossini, confluiscono spezzoni, arie, brani d’assieme scritti in precedenza per altre sue opere; prassi appunto consolidata e, se vogliamo, indispensabile, specie in questa occasione in cui Rossini ebbe appena due mesi di tempo per comporre la sua opera. Partitura, per altro, che nel corso degli anni venne pesantemente modificata dai capricci dell’ uno o dell’altro cantante. Si dovrà aspettare la cosiddetta “Rossini-renaissance” e gli studi accurati sugli autografi nel Novecento per rendere giustizia alla fisionomia originaria. Il Barbiere di Siviglia andò in scena il 20 febbraio del 1816 al Teatro Argentina di Roma. La prima fu un fiasco clamoroso, probabilmente pilotato proprio dai sostenitori di Paisiello, ma già a partire dalla seconda rappresentazione l’opera si risollevò trionfalmente e nel giro di pochi mesi venne riconosciuta come simbolo del genere buffo.

CLAUDIO ALMANZI

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