Prestiti alle imprese: la crescita c’è ma delude le attese
Prestiti alle imprese in aumento dell’11% nei primi cinque mesi dell’anno. I primi segnali della ripresa economica del Paese sembrano però deludere le aspettative e riaccendere nuovamente le polemiche sul ruolo delle istituzioni europee. Oltre alle variazioni sul fronte prestiti, le proiezioni del primo semestre rilevano delle variazioni positive anche sulle richieste di finanziamento avanzate dai privati e dalle famiglie italiane, che tendono però a richiedere importi ridotti e a consultare le soluzioni per i prestiti suggerite dai comparatori come SuperMoney, con l’intenzione di individuare delle formule più convenienti.
Prestiti alle imprese: ecco le variazioni del primo semestre
I prestiti alle imprese e le domande per i mutui hanno subito una crescita significativa già nei primi cinque mesi dell’anno. I dati diffusi da Bankitalia, e integrati delle voci di bilancio fornite dai principali istituti di credito, sono stati presentati dal governatore Ignazio Visco in occasione della 55esima assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana.
Il Governatore della Banca d’Italia ha infatti manifestato la sua grande soddisfazione per i traguardi raggiunti in questa prima parte del 2015, che potrebbe finalmente rappresentare l’anno “della svolta”, intesa come una ripresa economica dagli effetti stabili e duraturi. Decisamente più polemico e pungente è stato invece l’intervento del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che ha puntato il dito contro le istituzioni europee.
Secondo le parole del presidente, le norme troppo rigide e restrittive imposte dalle istituzioni europee andrebbero infatti a ridurre la liquidità delle banche, dimezzando così le possibilità di accesso al credito dei privati e delle imprese. La soluzione proposta del presidente Abi è una revisione generale del progetto europeo, che parta dalla definizione di una nuova cornice normativa.
La crisi greca e sui effetti
Inevitabili i riferimenti sulla crisi greca e sugli effetti che potrebbe generare sull’economia italiana. A tal proposito il governatore Visco ha usato toni decisamente contenuti, parlando di “effetti limitati e moderati” per l’Italia e la sua economia. La situazione potrebbe infatti peggiorare per tutti i Paesi europei se gli investitori internazionali percepissero la debolezza dell’euro. La collaborazione tra gli Stati europei e l’attuazione di un piano di azione coordinato e condiviso solo le uniche soluzioni possibili.