Sclerosi Multipla e CCSVI: il chirurgo vascolare Raffaello Pagani risponde al neurologo Ghezzi
Dopo la messa in onda della testata Gallarate 24 di un servizio intitolato “Sclerosi multipla: il metodo Zamboni? Un’illusione” con un’intervista al neurologo di Gallarate Angelo Ghezzi. http://gallarate24.com/2015/07/24/sclerosi-multipla-il-metodo-zamboni-unillusione/ continuano le risposte a Ghezzi da parte di altri ricercatori.
Qui interviene il dott. Raffaello Pagani, chirurgo vascolare ecografista di lunga esperienza:
“La posizione del collega Neurologo Dr Ghezzi nei confronti della CCSVI era ed è tuttora di netta chiusura verso qualsiasi dialogo e scambio scientifico con gli specialisti vascolari :la sua intervista pertanto non porta nulla di nuovo e costruttivo rispetto alle già note sue denigrazioni sul tema, che già affermava agli inizi dopo la nascita della CCSVI e a un successivo Convegno a Varese,dove eravamo co-relatori..
Esordisce dichiarando che” non esistono pubblicazioni scientifiche che colleghino la SM a un problema venoso cerebro spinale”, come se tutto il lavoro fatto, nazionale ed internazionale sulla CCSVI, fosse fantascienza : ricordo al collega e lo invito ad andare a leggere pubblicazioni che indicavano già più di due secoli fa una connessione fra turbe del sistema venoso cerebro spinale e la SM (Rindfleish 1863, Charcot 1867-1884, Putnam 1930, Dow e Berglund 1942, Zimmermann e Netsky 1950 e Fog 1960, Schelling 1980) tralasciando la miriade di lavori pubblicati negli anni 2000 fino a tutt’oggi, mentre non conosciamo assolutamente una sola pubblicazione scientifica che validi a tutt’oggi l’idea, mai provata, che la SM sia una malattia infiammatoria cronica su base autoimmunitaria : questi non sono pareri personali ma verità incontrovertibili.
Cita poi l’espressione “esponendo i pazienti a questi trattamenti (Angioplastica o PTA), senza nessuna base scientifica” : ricordo al collega che la PTA o Angioplastica è una terapia nel campo delle malattie vascolari ormai consolidata ed esercitata da più di 30 anni con successo e con tanti benefici e pochi rischi, come da numerosi lavori già pubblicati, anche nel campo delle malattie venose.
E ancora “..il tam tam che questa terapia era risolutiva con poteri consistenti di guarigione…” : il Prof. Zamboni non ha mai sostenuto fin dall’inizio e per tutto il seguito fino ad oggi che la correzione della CCSVI (Insufficienza Venosa Cronica Cerebro Spinale) fosse risolutiva per la guarigione della SM, pertanto l’affermazione ironica del collega risulta essere un pò aleatoria e superficiale:
peraltro bisogna segnalare che il follow up, ossia i risultati scientifici a ragionevole distanza di tempo,di molti pazienti SM con CCSVI che sono stati sottoposti a trattamenti correttivi (PTA, resezioni muscolari, chirurgia diretta) per migliorare il deflusso venoso cerebro spinale hanno mostrato che le vene patologiche corrette, se rimangono pervie e ben funzionali nel tempo, apportano un chiaro miglioramento della qualità di vita dei pazienti e la conferma, nei successivi e periodici controlli RMN, della non progressione delle placche encefaliche e del midollo spinale.
Certo mi immagino la soddisfazione neurologica di raccogliere una casistica di pazienti reduci da insuccessi della PTA, come conferma delle loro teorie contrarie:ma il Prof. Zamboni fin dall’inizio e noi pochissimi difensori veri di questa nuova patologia vascolare definita CCSVI abbiamo sempre detto e consigliato in modo strenuo di non correre all’impazzata e a casaccio “a farsi impallonare le vene da chicchessia, una volta ottenuto il patentino di una diagnosi di CCSVI, bensì di sottoporsi ai pur rari centri dove la PTA fosse attendibile, sicura e oggetto di studio e di sperimentazione approvato dai Comitati Etici.
Già noi Vascolari e Radiologi Interventisti abbiamo constatato e detto da tempo che non tutti i casi di CCSVI erano da sottoporre a PTA, in quanto non indicata come trattamento, ma per molti altri si invece; già da tempo sosteniamo che per ogni vena trovata patologica nella CCSVI si debba trovare a priori la giusta terapia di elezione, laddove possibile.
Quindi che importanza vogliamo dare “allo studio dei 500 casi raccolti dai Neurologi e pubblicato”, sulle macerie di tante angioplastiche che non hanno avuto successo, magari perchè non indicate in quei casi come terapia, magari perchè impallonate troppo e male, magari perchè c’era un muscoletto a comprimere la vena e non altro, magari ecc ecc : consideriamo invece più della metà dei casi di Angioplastiche che hanno avuto successo, con pervietà della vena mantenuta a distanza di tempo,che hanno prodotto risultati strepitosi e convalidati nel follow up. Sono questi i casi su cui i colleghi Neurologi dovrebbero riflettere e ragionare sulla connessione della CCSVI con la SM, se solo un pò volessero collaborare.
E ancora a proposito “degli eventi avversi,citati dal collega nella sua intervista,a proposito dei casi da loro raccolti di operati di PTA“, lo invito ancora a leggere i tanti lavori pubblicati sulle PTA venose,che hanno ben codificato i possibili eventi negativi locali e generali, con buona pace che in ultima analisi l’Angioplastica, se fatta correttamente, è un trattamento a bassissimo rischio.
Mi sono sempre chiesto, a proposito di questa intervista e di altri interventi fatti da neurologi nel passato,per quale motivo ci sia esclusivamente da parte loro una critica distruttiva e un attacco a priori sulla CCSVI e mai una loro proposta convincente etiologica della SM e, soprattutto, perchè non ci sia mai una autocritica e una presa di posizione sugli eventi avversi,che mi risultano essere tanti e gravi, della terapia farmacologica contro l’autoimmunità (quanti decessi ha determinato il Natalizumab-Tysabri? che risultati hanno portato venti anni di Interferone? e quante complicazioni ha portato l’Interferone ? : ho letto a tal proposito lavori pubblicati dagli stessi Neurologi).
Quanti pazienti allora” sono fuggiti” dalle terapie eseguite dai Neurologi,presi dal panico della loro pesantezza e pericolosità e quanti pazienti non hanno riferito di essere stati sottoposti a PTA solo per timore di scomunica o di radiazione da parte degli stessi Neurologi:questo dovrebbe essere la base per una intervista a proposito dei malati affetti da SM, queste dovrebbero essere le riflessioni che si dovrebbe porre non uno specialista, sfacciatamente schierato di parte, ma un team di medici specialisti complementari e affiatati che insieme collaborino, data la eterogeneità di quel macrocosmo che si chiama SM.
Da ultimo, che si mettano il cuore in pace tutti i Neurologi contrari,perchè al di là della connessione o meno della CCSVI con la SM ancora oggetto di studio, l‘Insufficienza Venosa Cronica Cerebro Spinale è una nuova consolidata realtà nel campo delle Malattie Vascolari, è stata accolta e approvata da due Congressi Mondiali della UIP,la più elevata Società Flebologica Internazionale (sottolineo Flebologica non Neurologica), è da anni presente come argomento di studio nei Congressi nazionali ed internazionali sulle malattie venose ed è entrata con riconoscimento a far parte dei nuovi testi di Flebologia,nazionali ed internazionali.
Tanti studi pubblicati negli ultimi anni e in tempi recentissimi, come le turbe dell’endotelio della parete vasale,le alterazioni istologiche delle valvole e della parete venosa,la scoperta del circolo linfatico intracranico, le turbe di produzione e i rallentamenti della velocità del liquor cerebrale, in aggiunta alla già nota ipoperfusione cerebrale e al rallentamento del deflusso venoso nei pazienti con CCSVI dovrebbero generare,se letti e accolti con libertà di pensiero e con obbiettività,una apertura proficua a una giusta ed efficace collaborazione.
Sempre siamo in questa speranza.”