Editoriali

“Un’Estate con SiciliAntica”: nel cuore del Parco dei Monti Sicani

Nell’ambito della manifestazione “Un’Estate con SiciliAntica”, si terrà Mercoledì 12 Agosto 2015 l’iniziativa “Nel cuore del Parco dei Monti Sicani”. Si inizia alle ore 9,30 con la visita guidata all Monastero di S. Rosalia vicino S. Stefano di Quisquina, costruito nel luogo dove la santa, che visse nel XII secolo, si rifugiò giovanissima per non sposare il principe che hanno scelto per lei, e per dodici anni si nasconde nella piccola grotta riparata dal fitto bosco della Quisquina. Nello stesso 1624, quaranta giorni dopo il rinvenimento delle ossa di santa Rosalia sul monte Pellegrino, fu ritrovata all’ingresso della grotta della Quisquina un’iscrizione in latino arcaico, attribuita alla stessa Santa Rosalia, ancora oggio esististente. Si prosegue con la visita ai resti del Monastero di S. Stefano di Mèlia e lago Fanàco un imponente caseggiato posto su di un solatio colle,  per molti storici, quello che resta dell’ antico monastero “Basiliano” di S. Stefano di Mèlia, risalente al periodo Bizantino. Dalla lettera di S. Gregorio Magno si hanno notizie di sette monasteri da lui fondati nel tratto di strada che collegava Palermo ad Agrigento, tra questi menziona S. Stefano di Mèlia. La sensazione immediata è quella di trovarsi in luogo di meditazione, Il complesso monumentale si presenta compatto, di forma rettangolare con un significativo arco che immette di colpo all’interno di un grande baglio. La sua conformazione richiama le antiche fortificazioni rurali. All’interno, imponente, si erge la bellissima fontana ottagonale nella tradizione tipica di stile bizantina. Il territorio di Mèlia è posto quasi al centro di una immensa concavità naturale frapposta a due lunghe catene di montagne che parallelamente si rincorrono, i cui declivi, oltre a modellare il territorio circostante, perimetrano la diga artificiale del Fanàco. L’ invaso artificiale è realizzato mediante lo sbarramento del fiume Platani. Alle ore 13,30 pranzo nella Fattoria Artistica, un microcosmo nel cuore della Sicilia, l’enclave che lo scultore-pastore Lorenzo Reina ha creato a partire da un imprevedibile connubio tra cultura e natura. Le molteplici attività svolte da Lorenzo Reina, insieme scultore e pastore, si pongono altresì come esempio significativo di come l’attaccamento a un luogo e alla terra. L’azienda Rocca Reina è insieme fattoria didattica, laboratorio d’arte, museo, teatro, ovile. Nel pomeriggio tra arte e natura.Visita guidata ai luoghi dell’ultimo pastore delle nuvole. Tra le grandi opere di Lorenzo Reina rientrano il Teatro e il Museo. Si tratta di architetture realizzate in perfetta armonia con il paesaggio circostante, e attestano l’abilità dell’artefice a modificare il territorio in cui vive senza forzatura alcuna e senza dissonanze, nel pieno rispetto dell’ambiente e della realtà naturale. Il museo è stato progettato per raccogliere le opere che Lorenzo sente intimamente sue, più di altre. Ma già di per sé il museo stesso è un’opera d’arte. Si tratta di un edificio a pianta ottagonale ispirato al Castel del Monte fatto costruire da Federico II. Il teatro appare come il luogo dove, varcata la soglia, si lascia alle spalle un mondo per trovarne un altro, altrettanto ricco di storia e di significati, in perfetta armonia con tutto ciò che gli sta intorno. E infine ci sono le sculture, esiti di un unico processo lavorativo e creativo, in cui non si è in grado di stabilire se a farle sia stato lo scultore o il pastore, proprio perché non emerge alcun dissidio, ma l’espressione di un’unica realtà convergente nel profondo più intimo della personalità di Lorenzo. La giornata si concluderà con un ballo sull’aia.

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