Alfano annuncia un calo dei reati nella conferenza stampa di Ferragosto
il Coisp insorge: “Basta bugie e chiacchiere in tema di sicurezza, c’è in ballo la vita dei cittadini e soprattutto quella degli Appartenenti alle Forze dell’Ordine. Stufi di reggere tutto sulle nostre spalle e solo grazie alla dedizione personale”
“Reati in calo? Sicurezza sotto controllo? Il Paese dei balocchi non esiste, se non nelle menzogne del Ministro Alfano e di molti Prefetti che supinamente obbediscono ad indegni ordini di scuderia prestandosi a propinare le medesime bugie indegne ai cittadini i quali, intanto, tentano di trovare mille modi per difendersi da soli. I Poliziotti non ne possono più. Siamo stufi di reggere tutto sulle nostre spalle solo grazie alla dedizione personale ed allo spirito di sacrificio che non basta più contro le carenze e le scelte scellerate che aumentano ad ogni Governo che arriva senza alcuna distinzione di colore politico”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, insorge dopo la tradizionale conferenza stampa di Ferragosto del Ministro dell’Interno che ieri ha presentato i dati dell’ultimo anno di attività delle Forze dell’Ordine spiegando che si è registrato un calo complessivo dei reati del 9,3%. “L’Italia è un posto sicuro nel quale vivere” è il messaggio lanciato da Angelino Alfano.
“L’Italia – si infuria Maccari – è un posto in cui le ragazzine escono di casa ‘scortate’ dai parenti, i Comuni propongono ai cittadini polizze per tutelarsi dai reati predatori e contro il patrimonio, i Reparti delle Forze dell’Ordine chiedono, anzi pietiscono di passarsi gli uomini gli uni con gli altri perché non ce la fanno a presidiare il territorio… Alfano tace sul malessere diffuso e sul senso di insicurezza sempre più profondamente radicato nei cittadini che non avvertono la dovuta tutela e la dovuta presenza dello Stato. Alfano tace sui dati reali che sono diversi a seconda delle zone del Paese e che in determinati luoghi vanno nel senso opposto delle millantate diminuzioni di reati, specie quelli predatori. Tace sul fatto che le denunce forse risultano di meno perché la gente a volte neppure si rivolge più a noi tanto è il senso di sconforto. Tace sul fatto che i risultati lusinghieri di cui parla vengono raggiunti solo ed unicamente grazie all’incrollabile spirito di servizio dei singoli uomini e delle singole donne che vestono la divisa, che sono obbligati a sacrificare tutto sul piano personale e familiare, ma che vengono puntualmente abbandonati a se stessi, traditi, pugnalati in quanto hanno di più caro: la possibilità di tener fede nella maniera migliore ai propri doveri. L’Italia è un posto dove i nostri stipendi sono illegittimamente bloccati da 7 anni; dove ogni problema legato al nostro lavoro ce lo dobbiamo risolvere da soli a costo di sforzi che molti non riescono a sopportare; dove se sbagli o se diventi il capo espiatorio di qualcuno devi fronteggiare linciaggi di ogni tipo e ti vedi distrutta un’intera esistenza personale e familiare e, se non riesci a pagarti un avvocato, puoi pagare per sempre ingiustamente un prezzo insostenibile; è un posto dove noi che dobbiamo stare accanto ai cittadini e coprire l’intero territorio nazionale andiamo incontro alla chiusura di 400 uffici e presidi di polizia, alla perdita di 1.000 poliziotti all’anno a causa del turn over al 55%, alla contrazione dei sacrosanti benefici che ci sarebbero dovuti a causa del taglio degli organici; è un posto dove la sicurezza e la salubrità sui luoghi di lavoro sono un optional, le manutenzioni di mezzi ed automezzi sono un miraggio, non ci viene fornito neppure il vestiario necessario a lavorare e dobbiamo scambiarci fra noi i pochi logori ed inefficienti accessori che ancora sono in circolazione; è un posto dove per noi i criteri di trasparenza e meritocrazia sono leggende metropolitane; è un posto dove combattiamo di continuo con ritardi nei pagamenti, con la mancanza di una previdenza complementare e con pensioni inadeguate a garantire una vita appena dignitosa a chi ha dedicato una vita allo Stato; è un posto dove invece che stima, affetto, vicinanza, solidarietà, sostegno alle Forze dell’Ordine per ciò che rappresentano, che tutelano, che mantengono in vita – e parliamo della stessa democrazia -, in cambio del nostro sacrificio riceviamo solo pugnalate alle spalle, criminalizzazioni becere ed ingiuste, proposte di legge punitive e che rendono ancor più difficile, se non impossibile, svolgere il nostro lavoro e diffondere una cultura del rispetto dei difensori (dalla legge sul reato di tortura alla volontà di introdurre gli identificativi gli esempi sono davvero tanti); è un posto dove neppure i nostri Vertici si preoccupano di guidare adeguatamente, di rappresentare gli interessi, di tutelare i diritti, di soddisfare le legittime istanze, di ascoltare i liberi convincimenti degli Appartenenti al Corpo, ma dove piuttosto vige anche all’interno una giustizia ingiusta, che cala come la scure di un boia sul capo di chi magari ha espresso il proprio pensiero su facebook ma non fa una piega contro chi ci attacca e ci fa violenza nei modi più disparati”.
“L’Italia – insiste Maccari – è un posto dove, per citare le parole del Ministro, abbiamo dovuto fronteggiare nell’ultimo anno ben 10.285 manifestazioni di piazza, di cui 543 con disordini, e la gestione di 103mila migranti sbarcati in Italia dall’1 gennaio ad oggi, ed il tutto senza mezzi adeguati, senza strumenti del valore di pochi euro che potrebbero limitare i danni e che ancora ci vengono negati, e senza che ancora possiamo concretamente vedere speso per la sicurezza un centesimo di quei 932 milioni di euro disponibili al Fondo Unico Giustizia solo grazie al lavoro di questi ‘cretini’ che siamo noi”.
“L’Italia – incalza il Segretario Generale del Coisp – è un posto, è l’unico posto, dove chi fa il Poliziotto, lo fa solo e unicamente per la dedizione e la fede in certi incrollabili principi, per l’orgoglio di prodigarsi per gli altri, per il rispetto verso le Istituzioni, per l’amore verso una Bandiera in cui ancora noi crediamo profondamente e che rappresenta un Paese che significa tutti noi, perché per il resto a fare il Poliziotto o il familiare di un Poliziotto ci si perde e basta. E la prova provata di tutto ciò è il fatto che i Poliziotti italiani sono i peggio trattati d’Europa”.
“A quando signor Ministro – conclude Maccari – una conferenza stampa per parlare di tutto questo?”.