Società

Le pecore nere non soffrono il caldo perché si nascondono nelle pagine scritte…

Sulla pagina scritta non batte mail il sole, ma forse qualche lampada alogena che non riscalda.. per questo le pecore nere amano coricarsi tra le righe allineate nelle pagine a temperatura ambiente… Le pecore nere sanno per animale esperienza e furbizia innata che i fatti più incredibili e assurdi e spaventosi accadono di festa sulle pagine dispari, e sorprendono solo i lettori più impressionabili e sprovveduti…

Ogni temporale improvviso che si scatena nella pagina scritta lancia saette prevedibili gialle e rosse, sbattacchia tuoni sordi sopra i vecchi tetti del paese, asperge grandine gragnuola tempesta sui campi riarsi dell’interno, sulle vigne gravide d’uva quasi matura, sulle strade a serpentello che strisciano dai monti dell’entroterra…

E’ sempre quella scrittura pericolosa che tra le sue righe alterate arriva fino alle gole del Sud nei pomeriggi riarsi della festa sfinita, trascina la pioggia dello spavento, alza nella pagina apocrifa un gelido vento forza sette, scatena teste d’uragano che spezzano pini e faggi e pioppi, graffia i fianchi dei boschi di mortella e si lancia nelle valli sarde tra le parole come uno scuro luopastro peloso…

La parola si sgabbia, la scrittura mostra il culo, la pagina si fa pippe reali, arrota le parole sgradevoli, le arroventa e le forgia, le carica di energia cinetica e le piazza ad arte nei punti giusti per l’imboscata, scava profonde trappole impensabili in mezzo alle righe, le fa deflagrare come carcasse d’auto con improvvisi codici verbali…

Ora che abbiamo già bruciato Giovannna d’Arco e Andrea Saramita, Lucrezia Barbera e Leonardo Kaiser, compare allora il cuore trafitto di Maria dalle sette spade d’argento… spargeremo piangendo ceneri in mare…

Ma cambiando riga o pagina si vedrà che nulla è successo, tutto si è svolto ancora nella normalità della scrittura, ordinata in sequenza grafica, la pagina è sicura come ogni giorno nella sua forma abituale, le pecore nere di carta si sono sdraiate tra le parole innocue e si sono addormentate, mimetizzate nella pagina dispari…

Bruno Chiarlone Debenedetti

 

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