Sono stati lasciati a piedi liberi sotto controllo giudiziario i due giornalisti francesi, Eric Laurent e Catherine Graciet che ricattavano il Marocco, con il divieto di entrare in contatto tra essi o con ogni protagonista del dossier. I due giornalisti sono stati interpellati giovedì a Parigi ed arrestati all’uscita da un appuntamento con un rappresentante del Marocco nel quale c’è stata rimessa ed accettata una somma di denaro.
Reclusi per una notte nella Brigade de répression de la délinquance contre la personne (BRDP), gli indagati preparavano un libro sul Marocco di cui l’uscita era prevista prossima secondo la casa edizioni Seuil all’inizio dell’anno, sono stati messi in esame nella notte di venerdì a sabato.
Tutto è iniziato il 23 luglio scorso. Il Palazzo reale del Marocco, riceve una chiamata da Eric Laurent, secondo l’avvocato del Marocco, Dupond-Moretti. Fin qui, nulla di strano, Laurent è un famoso giornalista francese esperto di geopolitica internazionale ed ha al suo attivo diverse interviste con i capi di Stato e potenti di mezzo mondo, ha intervistato Gheddafi, Hassan II e molti altri. Il giornalista-scrittore sessantottenne ottiene quindi un appuntamento e tre settimane più tardi. A questo punto Eric Laurent ha formulato la richiesta dicendo “ascoltate! almeno tre milioni d’euro, io non pubblico mio libro, un libro che preparo con Catherine Graciet”, ha raccontato l’avvocato.
Il Marocco sporge allora querela a Parigi, un’inchiesta è stata aperta dal tribunale per “tentativo di ricatto” e “tentativo d’estorsione di fondi”.
In questo quadro, delle riunioni sono state organizzate. “Incontri filmati, registrati, tra il rappresentante del Regno del Marocco ed i giornalisti”, precisa Dupond-Moretti.
Secondo l’avvocato del Marocco, durante queste riunioni, i giornalisti avrebbero accettato di transigere a due milioni di euro e sono usciti dall’ultimo appuntamento, giovedì”, con bel “acconto sostanziale di 40.000 euro ciascuno”.
