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Festival delle Economie del III Millennio, la storia Flora Grandis, presidente della Fondazione Terra Franca

Logo festival economie per CsLa storia di Flora Grandis, presidente
della Fondazione Terra Franca – il Paese che Vorrei – Onlus

Dalla Lombardia a Firenze fino al Valdarno aretino per costruire il prototipo di economia del futuro

Da un borgo dell’entroterra toscano ricco di storia e di saper fare parte il grande progetto che mira a ricreare un sistema economico virtuoso ed efficiente

11 settembre 2015 – Prendi una grande passione per l’Italia e le sue enormi ricchezze, abbinale ad anni dedicati a studi e interessi costanti nei confronti di forme di economia più eque e sostenibili, ambienta tutto in  borgo dell’entroterra aretino a misura d’uomo ed ecco che si concretizza La Fondazione Terra Franca  – il Paese che Vorrei – Onlus. Dietro questo progetto, che ha come massima aspirazione quella di creare un sistema economico virtuoso ed efficiente c’è la storia personale, artistica e professionale di Elisa Grandis, in arte Flora, lombarda di nascita e toscana di adozione che ad un certo punto della sua vita ha deciso di mollare tutto per realizzare il suo sogno.

“Firenze è stata per quasi 40 anni il mio luogo eletto di adozione – spiega Flora Grandis -, il luogo che univa in un compendio perfetto paesaggio, architettura e arte. Insieme a Venezia non poteva esserci per me luogo più adatto a contenere la mia necessità di bellezza ed il mio amore per l’ingegno e le mani sapienti che sanno far sbocciare bellezza ovunque. Tuttavia una spina nel fianco minava la mia felicità: la trascuratezza della vita sociale e culturale, la mancanza di apprezzamento per le arti e i mestieri, utilizzati solo a scopi di bieco e cieco sfruttamento turistico di breve respiro. Tutto basato sul passato e nessuna cura per il presente e per la vita delle persone, nessun rispetto né per gli abitanti né per i turisti.

Io continuavo ad immaginare Firenze come la culla attuale e viva del patrimonio genetico sopra descritto, come il luogo che poteva favorire la crescita professionale di tanti giovani. Invece vedevo solo ostacoli e scoraggiamento”. Da lì il seme dell’idea: “Ho cominciato a pensare a come creare qualcosa di positivo per far rinascere le nostre arti – spiega – e piano piano piano è sorta in me l’idea di provare in un contesto più piccolo e raccolto: un paese facilmente raggiungibile tra Arezzo, Siena e Firenze, autonomo, con apprezzabili tracce di un bel passato, situato in un contesto agricolo non troppo manomesso che possa essere la base su cui poggiare la visione”.

Castelfranco di Sopra: una piccola comunità per sviluppare un grande progetto

Da Firenze a Castelfranco di Sopra, piccolo centro del Valdarno aretino considerato uno dei borghi più belli d’Italia, il passo è breve. “Castelfranco di Sopra mi è apparso come il paese adatto a diventare, nel suo complesso, un borgo d’arte. Una piccola comunità, ideale per sviluppare un progetto”. Il tutto è andato maturando proprio negli anni in cui la disgregazione sociale ed economica si è resa molto evidente nel nostro bel paese. “A un certo punto, studiando la situazione e le caratteristiche delle aziende che sono rimaste in piedi, leggendo e confrontando le mie idee con quelle di illustri studiosi ed economisti, è apparso chiaro che le nostre eccellenze sono l’unica via di uscita, l’unico modo che abbiamo per ricreare un’economia vincente, purché si condividano competenze e professionalità”.

Ripartire dalla terra di Masaccio

“Castelfranco può diventare un borgo d’arte che attira artisti, scrittori, studiosi, un luogo che per le sue caratteristiche architettoniche, geografiche e territoriali potrebbe chiamare visitatori amanti dell’arte dalla Toscana, dall’Italia e dall’estero”. La terra dove ha dipinto Masaccio, raffigurata anche nei quadri di Leonardo da Vinci, con tanti spazi qualificati disponibili (dall’Abbazia di San Salvatore a Soffena al il Teatro Wanda Capodaglio) e tanti spazi da riqualificare (dai capannoni dismessi alle botteghe vuote) è economicamente interessante e piacevole sia per chi abita il territorio ed è intenzionato a ricreare le basi per un’economia rinnovata, sia per chi arriva da fuori.

Come si può partecipare ed essere motore dell’impresa?

“Quando si costruiva una cattedrale gotica tutta la comunità si rendeva disponibile per il progetto e tutti contribuivano: dal grande architetto che vedeva e poi disegnava la cattedrale, alle maestranze, ai mercanti che davano denaro, alle donne che cucinavano per chi lavorava, tutti mettevano a disposizione il meglio di se stessi e tutti erano ugualmente indispensabili. Tutte le competenze e le risorse della comunità convergevano per creare un capolavoro”. Allo stesso modo, ognuno è invitato a contribuire al progetto Terra Franca, a desiderare un futuro per sé e per i suoi figli e a riempire lo scenario con ciò che ritiene migliore. “Ognuno può portare le sue idee e le sue aspirazioni, le sue professionalità e le sue abilità. Per raccogliere ed organizzare tutte le risorse disponibili esiste una scheda da compilare: ci aiuta moltissimo a mettere in comunicazione e sinergia tutte le risorse disponibili, le idee, le esigenze. Ognuno può dire come vorrebbe il proprio paese ideale e cosa vorrebbe vedere, questo è un aiuto prezioso per il progetto che non può volare senza la partecipazione attiva degli abitanti di Castelfranco”.

Cosa è stato fatto e cosa c’è da fare

Concretamente, l’obbiettivo è quello di accrescere il gruppo di lavoro che sta dando vita ad un centro polivalente culturale e ricreativo per i giovani con atelier per artisti, uno spazio per attività musicali, corporee, teatrali, uno spazio per workshop, corsi e seminari vari, l’organizzazione di corsi artistici rivolti a stranieri, con l’idea di offrire una ricca esperienza che comprenda ospitalità, cibo ed eventi connessi ad un albergo diffuso che ospiti in modo impeccabile i turisti e le persone che vengono a seguire i corsi.


Da Terra Franca al Festival delle Economie del terzo Millennio

La piccola rivoluzione messa in atto da Flora Grandis va man mano prendendo forma, coinvolgendo sempre più persone e trovando terreno fertile nel Festival delle Economie del terzo Millennio (in programma dal 29/9 al 1°/10 a Castelfranco), attraverso il quale il team di Terra Franca intende offrire un momento di confronto e dibattito, dando a tutti la possibilità di accedere alle conferenze (tutte gratuite, previa iscrizione all’Associazione di 10 €) tenute da una serie di studiosi di materie economiche e da un gruppo di imprenditori virtuosi per fornire nuove chiavi di lettura dell’attualità, e rendere i cittadini più consapevoli.

Tre giorni che vedono tra i protagonisti Robert Jhonson, esperto statunitense in psicologia del cambiamento, già consulente dell’ex presidente Usa Bill Clinton, del fondatore di Microsoft Bill Gates e del campione di basket Micheal Jordan, l’avvocato e saggista Marco Della Luna, l’esperto economico Alessandro Govoni, lo studioso e ricercatore Bruno Di Loreto Wurms, il sociologo Enrico Caldari. E insieme a loro, l’antropologo e psicologo psicoterapeuta Luca Verrone, oltre a Banca Etica, Arcipelago Scec, Cna, Confcommercio e una serie di imprenditori virtuosi che racconteranno le proprie esperienze.

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