Coisp: decoro urbano e numeri identificativi. E’ Sicurezza?
Il Coisp dopo la presentazione del Ddl da parte di Alfano: “Cosa centrano i numeri identificativi con la sicurezza e il decoro urbano? E perché tanta urgenza mentre scivola via la tutela legale per il Personale. Resa del Ministro e del Capo!”
“Numeri identificativi? Ancora? E che centra mai con gli argomenti del Ddl su sicurezza e decoro urbano? E’ un minestrone senza senso che contraddice quel che il Ministro ha sempre sostenuto in proposito; che mentre sembra voler arginare i fenomeni di devastazione ricorrenti ad ogni manifestazione invece poi si preoccupa come al solito di mettere le Forze dell’Ordine in difficoltà; che vorrebbe mostrare l’urgenza di garantire tutti contro i professionisti del disordine ma invece si sofferma su questioni che di fatto aumentano i pericoli per noi. E dov’è la norma per la tutela legale delle Forze di Polizia che chiediamo senza sosta da anni? Ovviamente rinviata a data da destinarsi. Ci risiamo, è la nuova resa di Ministro e Capo della Polizia”.
Questo il commento di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo che il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha illustrato il ddl sul decoro e la sicurezza urbana in discussione in Parlamento. La proposta prevede, fra l’altro, l’apposizione di un codice alfanumerico sulla divisa degli Operatori in servizio di ordine pubblico per l’indicazione del reparto di appartenenza. Ma nella lettera di accompagnamento della bozza, presentata anche alle Organizzazioni Sindacali di Polizia, è fra l’altro spiegato che “…al testo sarà aggiunta una norma relativa alla tutela legale per le Forze di Polizia a salvaguardia della specificità delle funzioni. Detta norma è in corso di elaborazione…”.
“Bella roba – sbotta Maccari -. Degli Operatori di Polizia chi se ne frega. Intanto meglio marchiarli ed esporli comunque alla possibilità di rappresaglie e minacce (come se già non ne subissimo abbastanza!), e di difenderli e tutelarli ci sarà tempo il giorno di poi del mese di mai!”.
“Ministro e Capo della Polizia hanno sempre ripetuto che la sicurezza dei Poliziotti doveva essere garantita e che qualsiasi possibilità di esporli a rappresaglie non avrebbe trovato spazio. Le solite bugie. Proprio come lo sono le continue finte rassicurazioni che migliaia e migliaia di uomini e donne della Polizia di Stato contano qualcosa per le nostre Istituzioni. Ancora non abbiamo neppure gli strumenti minimi per fare ordine pubblico, da un banale spray antiaggressione che di norma viene usato contro di noi ad un ancor più economico taser o a telecamere che ci consentano sempre e comunque di assicurare davvero tutti i trasgressori della legge alla giustizia, non abbiamo un protocollo concreto e serio che ci tuteli mettendo alla luce del sole le contromisure che debbano essere prese contro chi attenta alla sicurezza nostra ed altrui, e già si parla dell’ennesima trovata per gettarci ancora più in pasto a chiunque vorrà reagire contro di noi a causa del lavoro che svolgiamo, che svolgiamo non per divertimento, ma per dovere! Ci si preoccupa di vietare lo scambio di parti del corredo di servizio con i colleghi, ma ancora non abbiamo divise e strumenti integri e decorosi per andare a lavorare perché i deliranti tagli continui al comparto implicano anche questo! Tutto questo sarebbe ridicolo se non fosse tragico! Delle chiacchiere non se ne può più, ed i fatti nessuno sembra capace di produrli”.