Comunicati Stampa

Non ci sono più le stagioni (venatorie) di una volta

copia di fori proiettiliAlmeno iniziavano e finivano.

Dal 2 settembre al 19, con “soli” due giorni di preaperture e numerosi “extra” di frodo, risultano nove casi con otto feriti e un morto per mano di chi esercita la caccia.

Questo è quanto emerge dalle rassegne stampa ad oggi 20 settembre, ovvero già all’inizio del canonico giorno di apertura della stagione venatoria 2015-2016.

Ma non solo, animali domestici feriti e brutalmente finiti a calci, cani da caccia sparati e lasciati legati a morire di inedia e infezioni, proprietà private violate sistematicamente da gente armata e convinta di poterlo fare, arzilli 80enni che sparano in aria perchè infastiditi dai passanti o dai vicini, bambini lasciati liberi di sparare dai genitori, persone costrette a chiudersi in casa nonostante il rispetto delle distanze dalle abitazioni sia oramai cosa nota e… potremmo continuare ad elencare gli abusi che vengono sistematicamente commessi, e non solo, durante la stagione di caccia, perchè in Italia si caccia tutto l’anno.

Nonostante la legge quadro imponga paletti e misure ben diversi, in Italia si caccia tutto l’anno

Creato il problema degli animali in esubero si chiama a risolverlo (per modo di dire) chi lo ha creato. Un meccanismo efficace a breve termine ma solo per i cacciatori che avranno sempre da sparare, con la scusa delle emergenze (gonfiate). Siamo di fronte a un quadro sconfortante, con tanti, troppe persone e animali inermi che continuano a subire la protervia delle doppiette, impotenti di fronte a gente armata che invade i loro spazi e attenta alla loro incolumità certa di rimanere impunita, tanto i controlli non c’erano e ce ne saranno sempre meno, questa è la realtà purtroppo” dichiara Daniela Casprini dell’Associazione Vittime della caccia.

Omicidi (non incidenti), ordine pubblico e depauperamento della fauna selvatica non interessano le istituzioni. La deriva cui sta andando l’Italia appare evidente da tempo, evidentemente neppure la vita delle persone umane scalfisce l’etica e la morale comune.

Sono circa 900 le persone impallinate (tra morti e feriti) in 8 stagioni venatorie, dal 2007 all’ultima stagione scorsa, oltre 200 le vittime non cacciatori.

“Quei compromessi, seppur indigesti, ottenuti con la legge quadro 157 tra mondo venatorio e animalista/ambientalista sono stati oramai cancellati e sostituiti da una miriade di deroghe e balzelli atti a favorire solo il mondo venatorio, che gestisce e sfrutta di fatto l’intero territorio nazionale, violando anche diritti umani inalienabili col nulla osta delle amministrazioni.

Aprire i parchi pubblici e le aree verdi alla caccia è l’ultimo ostacolo caduto verso la liberalizzazione di questa nefasta e crudele attività. Un bene comune sottratto alla collettività per darlo a chi fa della violenza il proprio divertimento.

Inoltre quando si parla di distanze di sicurezza da case, giardini, parchi e sedi stradali, innanzitutto si parla di distanze minime sulla base delle gittate utili delle armi da caccia, quindi di norme minime di sicurezza, ma soprattutto si deve tener presente che queste distanze sono già state sottratte alla disponibilità dell’attività venatoria nella pianificazione venatoria. Per legge le regioni elaborano il piano faunistico venatorio (PFV), ovvero la programmazione del territorio a scopo venatorio nella misura dell’80% circa (!) e sono tenute ad escludere le aree dove è vietata la caccia, anche quelle considerate sulla base delle distanze di rispetto per l’esercizio dell’attività venatoria.

Pertanto il problema degli spari vicino le case o nei giardini o nei parchi privati non dovrebbe proprio sussistere, purtroppo invece sempre più persone denunciano abusi da parte dei cacciatori e i fatti ne dimostrano tragicamente le conseguenze e non solo in termini di morti e feriti”

L’Associazione Vittime della Caccia nel rilanciare il suo allarme, denuncia la miopia delle istituzioni, non solo incapaci e incuranti di porre al centro della questione la sicurezza dei cittadini, ma addirittura sempre più disponibili a ossequiare il mondo venatorio.

“Ora più che mai occorre rilanciare un’ azione mirata a tutelare le persone e la fauna, adesso che i controlli devono essere potenziati e l’azione di prevenzione e repressione articolata e sviluppata su tutto il territorio, si pensa bene di sopprimere il Corpo Forestale dello Stato.

Per tutte queste ragioni l’Associazione Vittime della caccia ha chiesto formalmente un confronto con i Ministeri competenti per quello che rigurda la gestione ungulati, visti i gli insistenti allarmi lanciati da chi ne ha interesse e viste le false soluzioni che si ipotizzano, guarda caso un ricorso sistematico ai cacciatori così da avere sempre a disposizione animali da puntare e uccidere.La gente è stanca e inorrdita da queste carneficine, le soluzioni sono altre, basta volerle mettere in atto.

Associazione Vittime della caccia – 20 settembre 2015


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