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I poveri mangiano male: uno studio

Uno studio conferma: i più poveri mangiano male. Lo stile di vita influenza la scelta del cibo. La qualità del regime alimentare dipende dai mezzi finanziari dei consumatori

Sembra la scoperta “dell’acqua calda” ma adesso c’è un fondamento scientifico in quello che é semplice da intuire: meno soldi si hanno, più bassa è la qualità del cibo che si consuma.É, infatti, una ricerca del Fondo nazionale svizzero condotta dal centro universitario ospedaliero di Losanna, volto a dimostrare in che misura lo stile di vita può incidere sul comportamento alimentare a dirlo. Un’indagine che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, può essere pacificamente estesa a livello europeo. Stando ai risultati dello studio, le persone che godono di un grado elevato di istruzione e che dispongono di buone risorse finanziarie prediligono la dieta mediterranea, che com’è noto é particolarmente indicata per la prevenzione di malattie cardiovascolari, del diabete e dell’obesità. Al contrario, chi ha un reddito basso si vede costretto a risparmiare sul cibo, prediligendo alimenti di qualità inferiore. La proposta di Pedro Marques-Vidal, responsabile dell’equipe che ha condotto lo studio, è tanto semplice quanto difficile da realizzare vista la speculazione che esiste sui prodotti alimentari: quello di abbassare il prezzo di frutta e verdura, provvedimento che, ove realizzato, potrebbe essere più efficace di qualsiasi campagna educativa.

Lecce, 22 settembre 2015                                                                                                                                                                                            

Giovanni D’AGATA

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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