Speciale Sclerosi Multipla

Sclerosi Multipla: l’angioplastica migliora i sintomi della CCSVI

veins_mini  E’ stato pubblicato sul sito della rivista scientifica Veins & Lymphatics un interessante studio intitolato “May symptoms of chronic cerebrospinal venous insufficiency be improved by venous angioplasty? An independent 4-year follow up on 366 cases” (I sintomi dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale possono essere migliorati dall’angioplastica venosa? Un follow-up indipendente di 4 anni di su 366 casi).

Secondo il Dr. Pietro Maria Bavera, chirurgo vascolare milanese, lo scopo dello studio era quello di raccogliere i risultati su 366 pazienti affetti da insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI che sono stati controllati regolarmente con il doppler dopo aver ricevuto un’angioplastica venosa dopo la diagnosi di CCSVI. Le procedure sono state tutte eseguite nello stesso Centro e con la stessa apparecchiatura. I pazienti erano stati suddivisi in tre gruppi in base alla gravità attribuita della collegata sclerosi multipla (SM): 264 recidivanti-remittenti (RR) (72%): 179 donne (67.8%) e 85 (32,2%) uomini; 62 secondariamente progressivi (SP) (17%): 37 (59,7%) donne e 25 (40,3%) uomini; 40 primariamente progressivi (PP) (11%): 22 (55%) donne e 18 (45%) uomini. Un database ha estratto undici disturbi e sintomi più frequenti, insieme alla capacità lavorativa, ed è stato aggiornato ad ogni controllo doppler al fine di creare una nuova e rapida valutazione con questionario dei sintomi della CCSVI in 4 anni di follow-up. I sintomi erano: diplopia, stanchezza, cefalea, intorpidimento e mobilità degli arti superiori, intorpidimento e mobilità degli arti inferiori, sensibilità termica, controllo della vescica, coordinazione ed equilibrio, qualità del sonno, vertigini, concentrazione mentale. I risultati che seguono sembrano essere significativamente migliori nel gruppo RR, anche il più grande. La diplopia è migliorata in 262/264 pazienti (99,2%) (p <0,0001); la stanchezza in 260/264 (98,5%) (p <0,0001); la cefalea a 205/208 (98,6%) (p <0,0001); coordinazione equilibrio in 23/26 (88,5%) (p <0,0001); la qualità del sonno in 55/59 (93,2%) (p <0,0001); le vertigini in 30/33 (90,9%) (p <0,0001); la concentrazione mentale in 142/144 (98,6%) (p <0,0001). Altri risultati hanno riguardato: l’intorpidimento e la mobilità degli arti superiori in 20/24 (83,3%) (p = 0,0002); intorpidimento e mobilità degli arti inferiori in 13/15 (86,7%) (p = 0,0087); la sensibilità termica in 3/4 (75%) (p: n.s.); il controllo della vescica in 2/3 (66,6%) (p: n.s.). Al contrario, nei casi progressivi risultati sono molto diversi dove, tuttavia, sono state raccolte alcune considerazioni utili e anche statisticamente significative. Inoltre, l’angioplastica venosa sembra essere sicura, sono stati osservati effetti collaterali solo su sette pazienti (0,19%) in cui si è sviluppata una trombosi monolaterale della giugulare, ma sono stati regolarmente controllati e, soprattutto, non hanno sofferto di un peggioramento della malattia. Infine, i schiaccianti risultati della PTA del gruppo RR portano a dire che il criterio corretto dovrebbero essere prima è, meglio è.

Fonte: http://dx.doi.org/10.4081/vl.2015.5400

COMMENTO:

Questo studio italiano è molto importante. Non pretende che si guarisca ma punta sul miglioramento dei sintomi. Affinché siano indicazione all’intervento di angioplastica.

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Alessandro Rasman

Alessandro Rasman, 49 anni, triestino. Laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico-economico presso l'Università di Trieste; è malato di sclerosi multipla, patologia gravemente invalidante, dal 2002. Per Mediterranews cura una speciale rubrica sulla sclerosi multipla.

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3 Commenti

  1. Uno studio molto interessane e che sembra anticipare i risultati di Brave Dreams.

    Alcune domande:
    – i risultati positivi valgono e permangono per tutti a vale dei 4 anni di test (uno degli argomenti contro l’angioplastica è la recidiva)?
    – in molti caso degli agenti esterni che impediscono il successo dell’angioplastica (e.g. compressione meccanica di natura muscolare). Il campione sottoposto ad angioplastica è composto da soggetti senza recidive (prima di fare la l’angioplastica è importante capire quali possono essere le percentuali di successo) ?

    Adesso è ancora maggiore l’attesa per i risultati di Brave Dreams!

    1. Risponde il dott. Bavera:

      “In realtà io non vedo una anticipazione a Brave Dreams in quanto lo scopo di quello studio lo vedo piuttosto in antitesi, speriamo dico io, a CosMo.

      Il mio lavoro si basa su due fattori: i sintomi più frequentemente lamentati e descritti e sulla durata dei benefici (su questi sintomi) nel tempo.
      In un certo senso è una valutazione della cosiddetta qualità della vita protratta fino a quattro anni. Quindi in pratica una classificazione sui sintomi più citati e disturbi maggiormente lamentati prima e dopo la PTA fino a 48 mesi.

      Nell’articolo viene anche specificato che (soprattutto) le forme progressive hanno subito più di una PTA. Evento non frequente nelle forme RR.

      Gli intrappolamenti muscolari sono stati evidenziati – nel senso che ad alcuni ho fatto la diagnosi – in forme progressive ma, al momento di un intervento mirato a recidere il muscolo, non sono stati poi inseriti nella casistica perché li ho persi di vista, cioè non sono più tornati a controllo, tranne forse un paio di casi.

      I numeri pertanto sono solo su gruppi omogenei di pazienti che hanno eseguito solo PTA.”

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