Confartigianato firma protocollo d’intesa per prevenzione e contrasto all’abusivismo commerciale e contraffazione. Folchetti: “Fenomeno criminale da combattere per salvare imprese e addetti”. I dati della Sardegna: dal 2008, oltre 27milioni di euro di merce falsa sequestrata. Colpite 903 aziende e 904 addetti.
Questa mattina, presso la Prefettura di Cagliari, il Prefetto, insieme a Confartigianato Imprese Sardegna e alle altre rappresentanze imprenditoriali e degli Enti Locali Territoriali, ha sottoscritto il Protocollo d’Intesa per la prevenzione e il contrasto dell’abusivismo commerciale e della contraffazione.
Confartigianato Imprese Sardegna da anni sostiene iniziative contro il fenomeno dell’abusivismo nelle professioni e delle merci taroccate.
“Sappiamo bene – spiega Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – che la crisi economica che investe il nostro Paese ha comportato una crescita di talune situazioni, ma ci pare estremamente ingiusto, oltreché dannoso, per tutti, accettare come inevitabile questo stato di cose, che finisce per colpire, spesso in maniera definitiva le imprese che coscientemente svolgono la loro attività rispettando le normative vigenti e pagando tasse e contributi”. “A nostro parere – continua la Presidente – le innumerevoli cessazioni di aziende che hanno colpito, e stanno tutt’ora colpendo la nostra Regione, oltreché conseguenza della crisi, sono dovute anche all’impossibilità di reggere la concorrenza sleale di un “mercato parallelo”, che godendo di immunità fiscale e burocratica stravince il confronto”.
I punti centrali dell’abusivismo e del tarocco prosperano, in particolare, sulle spiagge e zone limitrofe, dove decine di abusivi vendono di tutto, soprattutto merce taroccata, dalle borse alle scarpe, dalle penne all’abbigliamento, creando un danno enorme al tessuto commerciale locale e al cosiddetto “Made in Italy”.
Ma la crisi ha accentuato anche l’abusivismo e la concorrenza sleale anche nel settore del benessere, tra gli acconciatori e gli estetisti.
“L’abusivismo in questo settore – sottolinea la Presidente – registra incrementi allarmanti. La percentuale arriva a sfiorare il 40%, con punte maggiormente elevate nelle grandi città. Questo oltre a provocare ripercussioni sulla salute e sicurezza del consumatore, crea danni sia per le imprese del settore benessere sia per l’economia del Paese e dell’Isola. Per questo, con questo Protocollo, chiediamo di tutelare e sostenere gli operatori regolari attraverso l’intensificazione dei controlli e l’applicazione delle sanzioni e attraverso la sensibilizzazione dell’utenza nei confronti dei gravi rischi derivanti da trattamenti effettuati da soggetti non qualificati, con applicazione di prodotti di dubbia qualità ed in locali privi dei prescritti requisiti di igiene e sicurezza”.
“L’abusivismo e la contraffazione sono fenomeni criminali di dimensioni globali – avverte la Presidente – e vanno combattuto con armi globali. Serve un’azione congiunta a tutti i livelli di Governo, in Italia, in Europa e a livello internazionale. L’azione repressiva, la collaborazione tra le Forze dell’Ordine di tutti i Paesi, devono essere accompagnate da attività di prevenzione e da iniziative legislative a tutela dell’origine e della qualità dei prodotti, a cominciare dall’approvazione di una regolamentazione europea, come quella sul “made in”, che obblighi a indicare l’origine dei prodotti e garantirne la piena tracciabilità”.
Gli Artigiani sottolineano come sia necessario, soprattutto, intensificare le attività di formazione e informazione alle imprese a ai consumatori sui danni provocati dalla contraffazione, sulla difesa della proprietà intellettuale e industriale, sulla tutela del made in Italy e made in Sardegna.
“Le norme sul “made in” – aggiunge – sono le sole che potrebbero consentire di difendere il diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, combattere il fenomeno della contraffazione, valorizzare il patrimonio manifatturiero anche della Sardegna”.
Per Confartigianato Sardegna, altra forma di abusivismo sono determinati mercatini, ormai una prassi costante nella nostra isola, dove dietro i presunti “operatori dell’ingegno” si nascondono vere e proprie attività senza il possesso dei requisiti professionali e completamente fuori da ogni regola.
“Da anni combattiamo affinché i cosiddetti “hobbisti” vengano esclusi dalle pubbliche manifestazioni, come le Fiere – continua la Presidente – dove esercitano una concorrenza sleale contro le imprese che pagano le tasse e svolgono la loro professione rispettando le leggi. Gli hobbisti, infatti, oltre a non contribuire dal punto di vista fiscale, creano una grave situazione di concorrenza sleale a danno delle imprese regolari“.
“Confartigianato – conclude– si batte da sempre per una chiara e inequivocabile identificazione dell’origine dei prodotti e delle lavorazioni, perché il mondo cerca i prodotti fatti in Italia e in Sardegna, i consumatori sono disposti a pagare un “premium price” pur di avere un prodotto fatto a regola d’arte”
I dati della Sardegna
Sono stati oltre 27 i milioni di euro di merce falsa sequestrata in Sardegna dal 2008 alla fine dello scorso anno.
Le operazioni effettuate per la confisca dei prodotti sono state 2.342 (1milione 470mila pezzi) vedono più colpiti i settori della cosmesi (9 milioni di euro), delle apparecchiature elettriche (6 milioni circa), dell’abbigliamento (3,5 milioni) e della gioielleria-orologeria (3,2 milioni). Nel 2013 le merci sequestrate hanno ammontato a 2,4milioni di euro; il picco si è registrato nel 2009 con 11,1 milioni di euro mentre il minimo si registrò nel 2011 con soli 300mila euro.
A rivelare le dimensioni del fenomeno della contraffazione in Sardegna è un rapporto elaborato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che ha analizzato i dati del MISE e di Unioncamere dal 2008 al 2013.
Le imprese artigiane sarde colpite: i primi dati del 2014
Nei primi 6 mesi del 2014, il mercato del falso ha danneggiato, direttamente o indirettamente, circa 930 imprese artigiane sarde con 904 addetti, ovvero una l’11,4% sul totale delle imprese manifatturiere isolane.
I settori più colpiti sono quelli dell’oreficeria-orologeria (323 imprese), dell’abbigliamento (290 aziende), e del tessile (173).
Nelle province, le imprese artigiane “interessate” dal fenomeno della contraffazione a Cagliari sono state 388 (il 12,4% del manifatturiero), a Sassari 331 (11.6%), a Nuoro 1.640 (10,7%) e a Oristano 726 (7,7%).