Il poeta Daniele Mencarelli pubblica una storia d’amore in versi
Due anni. Otto volumi. Il percorso de “la Gialla”, l’ormai famosa collana di poesia nata dal fortunato incontro tra un editore, LietoColle, e una fondazione che promuove ogni anno uno dei maggiori Festival di letteratura in Italia, pordenonelegge, prosegue con grande determinazione.
Così Michelangelo Camelliti (LietoColle) e Gian Mario Villalta (pordenonelegge) presentano ogni numero della Gialla:
“Due strade – tracciate da molti anni di passione per la poesia – si incrociano e si uniscono in questa collana, per comporre le energie di più luoghi e diverse forme di comunicazione: LietoColle e pordenonelegge condividono lo scopo di scegliere, promuovere e diffondere l’opera di alcuni autori già conosciuti da chi segue la vicenda attuale della poesia, accompagnandoli nell’edizione di una loro prova significativa. LietoColle cura la proposta del libro nella sua forma canonica, mentre pordenonelegge cura la versione elettronica, con l’obiettivo di moltiplicare le occasioni di attenzione e di dialogo su quattro opere di poesia scelte, per ogni anno solare, tra le esperienze di rilievo di nuovi autori di interesse.”
Fedele a questa importantissima motivazione di fondo è la recente pubblicazione di un nuovo volume di questa collana, Storia d’amore di Daniele Mencarelli (LietoColle, 2015).
È davvero una storia d’amore in versi, dove la parola si spinge nella profondità di certe emozioni. I criteri adottati da Mencarelli vengono spesso influenzati da una partecipazione intensa, determinante.
“Il copione oltre al giro dei paesi /su un fulmine andato di marmitta/ con te stretta neanche divertita/ ha il suo finale fisso sul sentiero/ dove i laghi sembrano due occhi /e la capitale distesa giù nel centro/ una bocca famelica di luci, /qui a forza si è romantici, /il bosco alle spalle senza fine/ racconta l’altra parte della storia/ quella di corpi sciolti dai vestiti/ pezzo dopo pezzo come una vittoria/ prima che tutto senza freno avvenga./ Con te per chissà quale ragione/di vanitosa o forse d’impaurita/andrà rivista la scrittura, /tanto la mia bocca s’avvicina/ tanto la tua serra le sue labbra,/ la voce ti ricompare a sole spento/ solo perché l’ora è quella del ritorno. /Non so quanto amaro esca dal sorriso/ ma da stasera mi è chiara una cosa, /a questo gioco arriverò per primo.”
Forse la verità in questo libro riesce a vincere sulla scrittura poetica che ha le sue regole ma che nulla può quando straripano sentimenti e rimpianti così vicini all’umano sentire.