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Veneto: pullman assaltato da migranti? Il Coisp

Pullman di ragazzi assaltato da 15 nordafricani fuori da una discoteca in Veneto, il Coisp: “E noi costretti a sentir dire che tutto va bene e che l’immigrazione di massa non ha avuto risvolti negativi”

Un intero pullman assaltato come siamo abituati a vedere in certi film estremi o da zone particolarmente violente di quello che viene definito Terzo Mondo. C’è da non crederci che, in realtà, sia accaduto nel ‘civilissimo’ Veneto! Certo, sono eventi che mandano in frantumi le tranquillizzanti balle che alcuni vogliono propinare alla gente quando sostengono che tutto è sotto controllo, che non c’è di che aver paura, che tanto l’Italia è un Paese sicuro in cui vivere. L’unica cosa sicura in Italia è il sacrificio totale che le Forze dell’Ordine fanno per tenere fede ai propri doveri, senza che peraltro questo possa bastare contro la carenza non più sostenibile di mezzi, di uomini, di risorse, di presidi che, invece, vengono chiusi uno dopo l’altro, mentre altri scellerati tagli lineari indeboliscono sempre di più un Corpo che non sa quale falla correre a tappare prima”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo la notizia della gravissima aggressione avvenuta in Veneto, dove un gruppo di una quindicina di extracomunitari ha assalito un pullman con dei ragazzi all’esterno di una discoteca di Conegliano, in provincia di Treviso. Un’aggressione in piena regola, hanno informato i giornali locali, con un obiettivo preciso: derubare i ragazzi, ma chi ha assistito alla scena ha parlato di minacce ed anche botte. Ed una ragazza è rimasta ferita da un tombino lanciato come un’arma.

Siamo costretti ad assistere a scene come queste – aggiunge il leader del Coisp – mentre, contemporaneamente, dobbiamo ascoltare che la sicurezza non è a rischio, che l’immigrazione di massa non ha alcun collegamento con l’incrudelimento delle condizioni esistenziali sui nostri territori, che la strenua richiesta di avere i mezzi che ci sono necessari per lavorare sarebbe solo frutto di un’isterica voglia di protagonismo di certi Sindacati di Polizia. Siamo costretti a tanto forse, anche perché a bordo di quel pullman non c’era il figlio di nessuno dei nostri governanti, quegli stessi che pensano di darci 8 euro di aumento al mese dopo sei anni di illegittimo blocco dei contratti perché il loro non è mai sceso sotto la soglia della decenza rimanendovi sempre abbondantemente al di sopra”.

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