Comunicati Stampa

Il Coisp sull’integrazione

Nuovi gravi episodi di cronaca che hanno come protagonisti immigrati, il Coisp: “Integrazione? Molti non la vogliono, ecco perché calpestano la legge italiana. E noi paghiamo le conseguenze.”

Numerose violazioni delle leggi italiane da parte di immigrati, regolari, clandestini e richiedenti asilo, derivano molto spesso dal fatto che proprio loro sono i primi a rifiutare l’integrazione. Quando non ci si trova di fronte a veri e propri criminali convinti, infatti, ci si deve scontrare comunque con comportamenti violenti ed illegali dettati dalla ferma convinzione di volere e potere insistere a seguire costumi, atteggiamenti e convinzioni che sono distanti e neppure ammessi in Italia. Un controllore aggredito mentre fa il proprio lavoro solo per via del fatto di essere donna ne è solo una delle prove lampanti cui assistiamo di continuo”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta così quanto avvenuto a Senigallia, in provincia di Ancona, dove un trentottenne tunisino ha aggredito il controllore del treno regionale su cui stava viaggiando perché gli aveva chiesto di esibire il biglietto pur essendo donna. Il controllore donna di Fs si è avvicinata al viaggiatore chiedendogli il titolo di viaggio ma quello l’ha aggredita prendendola per il collo e costringendola a farsi ricoverare al pronto soccorso, apostrofandola: “Non ti do proprio niente. Sei una donna. Nel mio paese le donne sono schiave”.

Sono comportamenti deliranti – aggiunge Maccari -, che per quanto dimostrino comunque un’indole aggressiva e violenta, sono anche il frutto di esistenze connotate con forza da precise convinzioni culturali e sociali”.

E ciò non toglie comunque che parlare di integrazione ai cittadini diventa sempre più difficile quando ciò che molti immigrati paiono davvero condividere con alcuni italiani è la propensione all’illegalità!” insiste e conclude il Segretario del Coisp riferendosi questa volta alla notizia dell’arresto a Padova di Mohammed Drissi, 53 anni ed il figlio Othman, 22 anni, operaio, residenti a Cona, nel Veneziano, accusati di essere da tempo il punto di riferimento per lo spaccio di cocaina a cavallo delle province di Padova e Rovigo. Secondo una stima delle Forze dell’Ordine, i due sono riusciti a vendere, fin dal 2010, una media mensile di cento grammi di cocaina, per un valore stimabile attorno agli 8.000 euro.

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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