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Mostra “Le Chiese e i Siti Cristiani di Nagasaki”

Situata all’estremo occidente del Giappone, la regione di Nagasaki è un territorio
costituito da una miriade di isole i cui colori dominanti sono l’azzurro e il verde grazie
all’intenso tono blu del cielo che le sovrasta ed al verde cristallino del vasto mare che le
circonda.
Sin dall’antichità attiva protagonista degli scambi culturali con il continente, la
regione di Nagasaki, nel suo ruolo di porta d’ingresso per gli scambi con l’Occidente, ha
svolto un ruolo determinante per lo sviluppo della cultura giapponese e per il processo di
modernizzazione della stessa. In tale contesto, si è assistito alla creazione di una cultura
originale di questa regione, che come caratteristica principale ha quella di essere in
grado di testimoniare il processo di radicamento del cristianesimo in Giappone.
L’introduzione del cristianesimo in Giappone, ad opera del missionario gesuita
Francesco Saverio, avvenne nel 1549 e a partire dal XVI secolo la regione di Nagasaki
costituì il centro delle attività dei missionari, che portarono alla diffusione della
religione cristiana. In seguito, a causa dei divieti, delle oppressioni e delle persecuzioni
delle autoritàà politiche del tempo, per un periodo di circa 250 anni i credenti della
regione di Nagasaki tramandarono la loro fede costituendosi in comunità clandestine,
fino a che, alla metà del XIX secolo, non riuscirono a ricongiungersi alla chiesa cattolica.
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Con la mostra “Le Chiese e i Siti cristiani di Nagasaki”, candidati al riconoscimento tra i
patrimoni culturali dell’umanità, intendiamo illustrare la peculiare storia del processo di
recepimento del cristianesimo da parte del Giappone, verificatosi a partire dal XVI secolo e
per un periodo di circa 400 anni e presentare la cultura e i patrimoni culturali ad esso
legati, attraverso gli oggetti, le immagini e i documenti esposti.
In un paese come il Giappone, le cui radici spirituali erano legate al buddismo e allo
shintoismo sin dalla più remota antichità, come è stato possibile diffondere il
cristianesimo ed assistere alla sua drammatica rinascita dopo un lungo periodo di
agonia? La meraviglia di questa storia è sotto i vostri occhi.
Palazzo della Cancelleria (Piazza della Cancelleria 1)
Da lunedì 23 a domenica 29 novembre
Orari di apertura: 10:00-13:00, 16:00-19:00
Organizzazione: Prefettura di Nagasaki, Prefettura di Kumamoto, Comune di Nagasaki,
Comune di Sasebo, Comune di Hirado, Comune di Goto, Comune di Minamishimabara,
Comune di Ojika, Comune di Shinkamigoto, Comune di Amakusa
Sponsorizzazione: ANA , Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone
Patrocinio: Ministero degli Affari Esteri del Giappone, Pontificio Consiglio della Cultura
*Opere esposte
Un paravento decorativo pieghevole raffigurante l’arrivo degli europei in Giappone
(copia)
ca. 1600
Questo paravento ritrae in maniera estremamente vivida le scene di arrivo in Giappone
di missionari e mercanti. Nella parte in alto a destra si può notare una chiesa,
circondata da numerosi negozi che vendono rosari e altri oggetti di culto.
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L’“O-kake-e” (L’Annunciazione)
Risalente alla seconda metà del XVIII secolo- inizio XIX secolo circa
Museo di Shimanoyakata nell’isola di Ikitsuki, Comune di Hirado
Immagine sacra tramandata dai “senpuku kirishitan” (cristiani clandestini) dell’ isola
di Ikitsuki di Hirado, denominata “Il bucato”, poiché vi si sovrappongono strati pittorici
di diverse epoche, che testimoniano la trasformazione dallo stile pittorico occidentale a
quello giapponese.
Nel dipinto, che raffigura la scena dell’Annunciazione, sono ritratti l’Arcangelo Gabriele,
con le ali sul dorso, la Vergine Maria che già tiene il Cristo tra le braccia e, nella parte
superiore, Dio.
Un’orecchia di mare (copia)
Museo della chiesa di Dōzaki
Una conchiglia chiamata “orecchia di mare”, riportante l’iscrizione: “San Givan”. Si
ritiene che il nome “San Givan” indichi San Giovanni Battista. I “senpuku kirishitan”
(cristiani clandestini) intravedevano la figura del Santo nei riflessi che risplendono
nella parte interna della conchiglia. Fu così che queste “orecchie di mare” iniziarono ad
essere utilizzate e tramandate in vari luoghi come oggetti di devozione.
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Una statuetta di Maria Kannon
XIX secolo
Arcidiocesi di Nagasaki
La leggenda vuole che la statua fosse di proprietà dei credenti di Urakami. Sculture
raffiguranti la Dea kannon venivano prodotte in massa in Cina, perciò questo tipo di
scultura fu scelta per rappresentare la Vergine Maria. I “senpuku kirishitan” (cristiani
clandestini) la chiamavano “Hanta Maruya” (Santa Maria).
*Foto
Natori Yonosuke
“I villaggi dei credenti cristiani” *Riprese video
© Natori Yonosuke
*Foto di riferimento
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1. Siti degli insediamenti di Nokubi e Funamori sull’Isola di Nozaki
© Hamamoto Masaharu
2. Chiesa di Egami © Higurashi Yuichi
3. Chiesa di Shitsu © Hamamoto Masaharu
4. Cattedrale di Oura © Hamamoto Masaharu
5. Chiesa di Ono © Higurashi Yuichi
6. Villaggio di Kasuga e luoghi sacri a Hirado (Isola di Nakaenoshima)
© Higurashi Yuichi
7. Villaggio di Sakitsu a Amakusa © Higurashi Yuichi

Ufficio Stampa: Rosi Fontana – Press&Public Relations –

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