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Giornata contro la violenza sulle donne: intervista esclusiva a Vittoria, madre di Melania Rea

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In questa giornata Mondiale contro la violenza sulla Donna, la mamma di Melania Rea, la giovane donna uccisa l’11 aprile 2011 a Ripe di Civitella dal marito, invia un messaggio a chi ancora riesce ad “ascoltare” una madre addolorata e delusa.

Alle molteplici richieste di interviste pervenute da questa o quella trasmissione televisiva, che avrebbero voluto apparisse per lanciare un messaggio a tutte le mamme rimaste nel vuoto del dolore, mamma Vittoria affida questo messaggio ad una amica di famiglia, a chi sta scrivendo queste parole.

Mamma Vittoria rifiuta di apparire ancora adesso, e se, sia lei che tutta la famiglia Rea hanno rilasciato interviste ed è apparsa in tv, è stato unicamente per poter ottenere giustizia per la figlia, affinchè l’assassino venisse individuato, prima, e condannato poi senza riduzione di pena né sconti supplementari.

“L’assassino di mia figlia, dopo averla uccisa, ha dormito per 90 giorni nello stesso letto dove dormiva con mia figlia, ha mangiato e vissuto con noi dove mia figlia ha mangiato e vissuto, mentre noi cercavamo una risposta alla tragedia che si era abbattuta sulla nostra vita. Dopo abbiamo scoperto che quello stesso individuo aveva tolto la vita alla nostra preziosa figlia, che l’aveva uccisa con 35 coltellate, ne aveva deturpato il corpo, l’aveva abbandonata agonizzante lasciandola morire dissanguata, e spogliata dalla vita in giù, come a volerle togliere la dignità, in un bosco dove nessuno poteva prestarle aiuto, dove è calato il buio e lei sola li, lei che aveva tanta paura del buio…

Siamo andati in qualunque trasmissione non per apparire e diventare famosi, non per mostrarci a tutta Italia, ma bensì, la nostra è stata una lotta per ottenere che si arrivasse a scoprire l’assassino, per ottenere GIUSTIZIA, abbiamo lottato per nostra figlia affinchè al suo carnefice venisse inflitta la pena giusta e scontasse per intero una PENA CERTA!

Ma così non è stato, la mia delusione adesso come mamma, come donna, come nonna, ed è condivisa da tutta la mia famiglia, è, insieme al dolore immenso, è cocente. Perché al carnefice di mia figlia è stata per prima ridotta la pena, poi è stata cancellata l’aggravante della crudeltà, cosa gravissima secondo noi. Non accettiamo questa decisione, chiedendoci se non è crudeltà tutto quello che fatto a mia figlia, se non è crudeltà averla uccisa in quel modo, se non è crudeltà averla lasciata agonizzante a dissanguarsi, mi devono spiegare cosa è la crudeltà, perché io ancora non lo capisco. Per ultimo, l’altra offesa a mia figlia e a noi: l’assassino è stato trasferito in un carcere militare dove vive giocando a tennis, dove chiunque può andare a trovarlo, dove VIVE con tutti i confort e svaghi possibili.

Allora, in prigione siamo rimasti noi, non lui, la pena la stiamo scontando noi, e quello che toccava a lui è stato inflitto a noi: FINE PENA MAI.

Ecco i motivi per cui non interverremo mai più in nessuna trasmissione, a me non servono più le parole, perché le chiacchiere adesso stanno a zero, visto i risultati. Lasciateci crescere nostra nipote in pace, lasciateci nel nostro dolore che mai si attenuerà, lasciatemi piangere mia figlia in silenzio, perché è nel silenzio che la ritrovo, quel silenzio che l’ha inghiottita nel bosco dove quell’assassino me l’ha abbandonata”.

E oggi, Giornata Mondiale contro la violenza sulla Donna, Vittoria Rea “stringe tutte le mamme in attesa di GIUSTIZIA con affetto, perché se non si ottiene una giusta Giustizia, le nostre figlie vengono uccise per l’ennesima volta”.

Melina Gennuso

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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