“Tornare all’obbligo di arruolamento è un salto indietro nel tempo che rappresenta un grave attentato alla democrazia”.
“Tornare all’obbligo di arruolamento militare di personale civile con un salto indietro nel tempo di 100 anni è un colpo di mano che attenta, con concreta durezza, a un processo di democratizzazione conquistato con il sacrificio e la volontà di uomini e donne che ci hanno preceduto ed hanno avuto la forza di ottenere ciò che davvero la collettività voleva. Imporre oggi nuovamente una volontà di pochi calata dall’alto e diametralmente opposta a quella dei cittadini che si dovrebbero governare nel loro stesso nome rasenta, anzi rappresenta un tradimento gravissimo della funzione di chi svolge ruoli che dovrebbero essere di pubblico servizio”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, torna a intervenire contro il progetto di accorpare il Corpo Forestale dello Stato con l’Arma dei Carabinieri. Un progetto contro cui si stanno battendo con forza anche i Sindacati dei Forestali, che hanno manifestato alla Leopolda, in occasione della convention del Pd, mercoledì prossimo protesteranno a Napoli, al Convegno Nazionale del Corpo Forestale dello Stato, e promettono inoltre ulteriori iniziative. “Noi non moriremo militari” affermano i Sindacalisti della Forestale che hanno anche spiegato di aver fatto all’Esecutivo Renzi delle proposte alternative che ancora attendono risposte.
“Non è concepibile imporre lo stile di vita personale e professionale di tipo militare a chi militare non è e non lo vuole essere – insiste Maccari -. Senza contare che smembrare un Corpo come la Forestale e rimescolarne i brandelli in un altro Corpo che ha struttura ed organizzazione e modalità operative completamente diverse significa, nei fatti, depauperare un patrimonio di professionalità e di competenze di cui un Paese come l’Italia non può fare a meno da una parte, e incidere fortemente anche sulla struttura della stessa Arma dall’altra parte. Imporre la coesistenza fra militari e non militari non farà che creare enormi problemi ad entrambi, con relative enormi problematiche di gestione del personale. E’ clamorosamente evidente che, ancora una volta, di fronte alle necessità economiche, ai problemi ed alle inefficienze createsi nel tempo a causa soprattutto dell’incompetenza e delle scelte sbagliate della politica, si vogliono applicare soluzioni ancor più sbagliate il cui prezzo ricadrà sulla qualità e sul livello di tutela che si garantiscono ai cittadini, ed oltre tutto con l’ennesimo grave abuso su migliaia di onesti e leali lavoratori dello Stato”.