Thailandia, spot per crema per “scolorire” la pelle causa un putiferio sui social network
“È razzista”. Alcune aziende continuano a comunicare e a perpetrare l’idea che chi ha la pelle scura debba sentirsi inferiore e poco desiderabile.
Cambiare il colore della propria pelle e farlo diventare più chiaro. La pubblicità di una crema per la pelle sbiancante è al centro delle polemiche in Thailandia. Seoul Secret Thailand, l’azienda che vende creme e lozioni per il viso nel paese asiatico, è stata costretta a scusarsi e rimuovere una pubblicità definita da molti ‘razzista’. L’emittente televisiva statunitense CC, spiega che la pubblicità mostrava due attrici, una di carnagione chiara e un’altra di carnagione più scura, a cui veniva chiesto cosa le avrebbe potuto rendere “stupende.”
L’unica capace di rispondere alla domanda è quella di carnagione chiara che elogia i prodotti della compagnia farmaceutica. Molti in Thailandia hanno considerato la pubblicità razzista, poiché, dicono, fa credere che la ragazza di carnagione più scura sia meno intelligente. La pubblicità è stata rimossa anche per non rinforzare la concezione, apparentemente molto forte nel paese asiatico, che avere una carnagione chiara equivale ad una migliore condizione sociale. La rete, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, alla vista di questa pubblicità, è insorta e il video su Youtube ha raccolto in poche ore commenti tra l’indignato e lo scandalizzato. Il mercato dei prodotti schiarenti, che già vale 432 milioni di dollari, cresce del 18% ogni anno e si basa soprattutto sulla presa che fanno le pubblicità sulle più giovani. Moltissime usano quotidianamente questi ritrovati per alterare il colore della loro pelle, spesso rovinandola a causa dei componenti chimici presenti nelle creme. Queste pubblicità non devono veicolare alcuna idea di discriminazione, non devono ritrarre persone dalla pelle scura in un modo che possa sembrare uno svantaggio per loro o un problema in ogni aspetto della vita, in particolare in relazione all’essere attraente per il sesso opposto, per il matrimonio, per ottenere un lavoro, una promozione e altre prospettive.
Lecce, 8 gennaio 2015
Giovanni D’AGATA