Al PASSO CISA NON SI CACCIA!
Il TAR legittima le richieste dell’Associazione Vittime della caccia e della LAC, rappresentate dall’Avv. Massimo Rizzato, e conferma il totale divieto di caccia al passo della Cisa, confutando le boriose argomentazioni della Provincia di Reggio Emilia una volta per tutte.
Sarà bene quindi che gli amministratori comunichino immediatamente lo stop alle doppiette nell’area del Passo Cisa, Villa Minozzo compresa.
Non si caccia punto e basta, lo leggano bene gli amministratori, i dirigenti e tutti coloro che hanno approvato il calendario venatorio reggiano e chi è preposto alla vigilanza. Non si caccia. Eppure hanno fatto di tutto e di più per aprire almeno in parte la caccia in questa zona, evidentemente appetibile per chi non conosce regole.
Il GIOCHETTO: La provincia di Reggio Emilia aveva deliberato, nel calendario venatorio, per il passo Cisa il divieto di caccia solo verso la fauna migratoria e solo nella modalità di appostamento. Così si poteva cacciare la fauna non migratoria e si poteva cacciare in modalità non di appostamento.
La legge nazionale vieta la caccia sui passi dei migratori (e Reggio Emilia fa parte dell’Italia e quindi dovrebbe sottostare alle leggi nazionali). La Provincia di Reggio Emilia ha stilato una tabella indicando i passi in cui c’è divieto assoluto di caccia come previsto dalla norma. Ed ecco che nella sentenza si legge:”Detta tabella indica, numerandoli, n. 13 passi in prossimità dei quali vigerebbe un divieto assoluto di caccia mentre, il passo della Cisa, verrebbe menzionato a parte (ovvero non sarebbe ricompreso nella citata numerazione) poiché assoggettato a “specifiche misure di protezione” indicate nello “Studio di Incidenza (divieto di caccia da appostamento fisso e temporaneo)” poiché la sua area di rispetto di 1000 metri ricadrebbe all’interno del SIC “Val d’Ozola-Monte Cusna”.
Domanda: il fatto che il passo della Cisa è tutelato dall’Unione Europea fa perdere a questa zona lo status di “passo”?!? Cos’è diventato? Pianura? Isola?
La sentenza, a proposito della memoria difensiva della Provincia di Reggio Emilia, prosegue: “Viene, infatti, affermato (punto 3 della memoria del 21 settembre 2015) che il Passo della Cisa è: “ricadente nel territorio del Parco Nazionale ma senz’altro non interessato dalle rotte di migrazione dell’avifauna”. Tuttavia viene, altresì, precisato che le rotte migratorie non risultano “mai formalmente individuate dall’INFS” e che vi sarebbe una “assenza di informazioni circa l’effettiva importanza dei valichi montani del territorio provinciale ai fini delle rotte di migrazione dell’avifauna” (punto 4 della memoria del 21 settembre 2015). Affermazioni, non solo a nostro avviso, contraddittorie.
Il TAR entra poi nello specifico delle norme e alla fine stabilisce che la parte di calendario venatorio in cui si stabiliva il divieto di caccia al passo della Cisa valeva solo per fauna migratoria e per modalità di appostamento è annullato. Il TAR da quindi ragione ad Associazione Vittime della caccia e Lac.
Perchè la Provincia di Reggio Emilia ha deciso di fare questa operazione? Perchè ha fatto tutto questo per permettere di andare lì ad ammazzare animali? A chi ha giovato questa operazione?
Il 16 ottobre 2015 la Provincia di Reggio Emilia aveva emesso un comunicato con questo titolo:”Passo Cisa di nuovo consentita la caccia migratoria” Sottotitolo:”Dopo vent’anni di divieto grazie ad un ricorso di due…associazioni anticaccia”. Il comunicato si chiudeva così: ”Purtroppo però, il 17 dicembre, per molti uccelli migratori rischia di essere troppo tardi…*”.
Alla luce della sentenza del TAR quest’ultima frase* è una lampante ammissione di colpevolezza, come false e tendenziose sono queste affermazioni che oltre a mistificare la realtà hanno recato un irreparabile danno alla fauna selvatica, e non ultimo nuociuto all’immagine delle Associazioni ricorrenti.
Ora siamo in attesa di un nuovo comunicato stampa della Provincia di Reggio Emilia in cui si scusi con tutta la cittadinanza, in cui ammettano di aver sbagliato. Cosa intendono fare i politici verso coloro che hanno stilato il calendario venatorio ora in parte annullato dal TAR?
Chi sbaglia dovrebbe pagare eppure gli unici che per ora hanno pagato con la vita sono stati innocenti animali.
Associazione Vittime della caccia – 16.01.2016