Come diventare archeologo
La figura dell’archeologo è spesso associata a grandi protagonisti i film e libri che riescono a raggiungere il successo riportando alla luce importanti resti di civiltà nascoste.
Questa professione è particolarmente interessante ed appassionante perchè permette di conoscere a approfondire il passato. Gli sbocchi lavorativi degli archeologici sono svariati e comprendo la possibilità di trovare occupazione come ricercatore o docente presso le università, di superare il concorso pubblico, o di proporsi come liberi professionisti, per lavorare presso le varie Soprintendenze o ancora di essere impiegati presso le cooperative che si occupano di gestire le compagnie di scavo.
Cosa serve per diventare archeologo
Per diventare archeologo, è necessario sin dal momento nel quale si sceglie la scuola superiore, puntare ad una formazione che comprenda l’insegnamento del greco e del latino. In genere, il consiglio è quello di scegliere fra il liceo scientifico, dove però non viene insegnato il greco, e il liceo classico, dove si studiano entrambe le lingue. Dopo aver ottenuto il diploma di maturità, è necessario iscriversi presso la facoltà di archeologia, che è presente in quasi tutte le università italiane. La laurea in archeologia, può essere triennale oppure magistrale, cioè quando si completa il ciclo di cinque anni di studi. Durante gli studi universitari si affrontano materie come storia romana, paleontologia ma anche topografia e metodologia di ricerca. Nel corso della carriera universitaria, vengono organizzate esperienze di scavo e tirocini formativi.
Formazione post laurea per diventare archeologo
Dopo la laurea, bisogna proseguire gli studi, iscrivendosi ad una scuola di specializzazione; si tratta di corsi della durata di due anni, ai quali si accede dopo aver superato dei test di ingresso. Il corso di specializzazione, prevede tre prove iniziali, articolate in una prova generale, in una più specifica; se entrambe vengono superate, si può accedere alla prova orale. Al suo superamento si ottiene il titolo effettivo di archeologo.
La formazione prosegue con un periodo di stage pratico che è necessario per imparare, dal vivo, come comportarsi all’interno di uno scavo e per sedimentare le nozioni apprese.
Quando si è ottenuto il titolo di archeologo inizia la ricerca del lavoro; una grossa fetta di questi professionisti lavora come free lance ossia, presta la propria opera come collaboratore esterno. Per poter inserirsi in questo settore, è necessario ottenere un incarico direttamente dalla Soprintendenza che nomina gli archeologici quando si tratta di intervenire sulla tutela e sulla sicurezza di un’opera considerata di particolare pregio.
Per intraprendere la carriera di libero professionista, l’archeologo deve fare richiesta per l’apertura della partita IVA.
Inoltre, il curriculum deve essere presentato presso le cooperative che gestiscono siti archeologici ma anche presso enti museali che organizzano esposizioni e mostre. Altre opportunità riguardano la possibilità di lavorare per enti che gestiscono o creano parchi archeologici; una valida alternativa riguarda anche il settore dell’editoria e della divulgazione. La legge 109 del 2005, sull’archeologia preventiva, ha stabilito che le province dovessero creare degli elenchi di archeologi professionisti; lo scopo di queste liste è quello di facilitare il compito dell’individuazione del professionista esterno. inoltre, esiste anche un elenco degli archeologi che possono effettuare la verifica dell’interesse archeologico. L’elenco, è aperto soltanto a coloro i quali sono in possesso di tutti i requisiti, ossia del diploma di laurea, del dottorato in archeologia oppure della scuola di specializzazione.
Fra le competenze che un buon archeologo deve possedere, vi è la capacità di lavorare in equipe con altri colleghi; infatti, soprattutto durante le campagne di scavo, le attività vengono svolte in collaborazione con altri professionisti. Inoltre, per svolgere questa professione è necessario molta passione e dedizione, utile sia per completare gli studi nel migliore dei modi che per riuscire ad affrontare le campagne di scavo; queste ultime, spesso prevedono molte ore all’aria aperta, occupati in attività di minuziosa ricerca e ricostruzione.
Soprattutto gli archeologi che intendono lavorare a contatto col pubblico, è necessario parlare correttamente una lingua straniera. Inoltre, migliorare l’inglese può essere particolarmente importante per riuscire ad emergere nel mondo del lavoro. Se si intende imparare la lingua e approfondire l’esperienza archeologica, è possibile seguire uno tirocinio oppure trovare un impiego all’estero.