Bullismo: Bianca scrive alla 12enne di Pordenone (e non solo a lei)
A Pordenone una ragazzina di 12 anni si è gettata dal balcone della sua cameretta, secondo piano. Non è morta per miracolo, la caduta attutita da una tapparella. Piena di fratture, ai soccorritori ha detto “Non me la sentivo di tornare in classe”. Sulla scrivania due bigliettini, uno per i genitori, “Scusatemi”, uno per i compagni di classe, “Ora sarete contenti”.
Bianca Chiriatti (Lecce) indirizza questo pensiero a lei, e non solo.
È agghiacciante. Ho fatto un salto indietro nel tempo di circa quindici anni, quando ero io ad averne dodici. Ero già altissima, non mi facevo mancare niente, occhiali, apparecchio, busto per la schiena, il mio outfit giornaliero composto da felpa e pantaloni della tuta. Bugie non me ne dico, ero un po’ più infantile delle mie compagne, non mi interessavano trucchi né ragazzi. Al liceo stessa storia, pensavo allo studio più che ad altro, ero un po’ chiusa nel mio mondo fatto di musica e ho sofferto anche io per le prese in giro dei miei compagni di classe, a causa dei miei tic nervosi o per la mia lacrima facile. Avevo anche io un diario segreto, e in mezzo alle tempeste ormonali dei miei sedici anni e dopo l’ennesimo rifiuto da parte di un ragazzo che non mi voleva, anche io scrissi che mi volevo suicidare. Suicidare, un parolone. Ma non l’ho mai pensato seriamente. Non l’ho mai pensato seriamente neanche nel 2008 o nel 2015, gli anni “brutti” della mia vita.
Sono stata anche io vittima di bullismo in tanti modi, vittima di cattiverie e di frasi irripetibili, ma sono sempre rimasta me stessa, e oggi a 27 anni sono fiera di ciò. Fiera di aver avuto la forza di resistere, di rialzarmi, di combattere. Allora, cara bambina (a 12 anni si è ancora bambini, per me) di Pordenone, con le fratture nel cuore prima che sul corpo, perché non cerchi qualcosa che ti dia la forza di andare avanti? So che parlare è facile, ma la “me” di oggi guarda quasi con tenerezza la “me” di ieri, quelli che ieri mi sembravano ostacoli insormontabili, oggi a paragone sono sciocchezze su cui riderci su. E sono sicura che anche per te sarà così. Devi solo trovare la forza in te stessa per distinguerti dalla massa, per lasciar perdere le angherie dei tuoi coetanei (il 99,9% della gente che ti insulta lo fa perché ti invidia, anche inconsciamente, te lo dico per esperienza personale). Non trovi la forza? Chiedi aiuto! Chiedere aiuto non è da deboli, piangere non è da deboli. Ci sono tante persone che ci vogliono bene “a prescindere”, in primis la nostra famiglia, non vergognarti di chiedere una mano a loro, per cambiare classe, cambiare scuola, sono sicura che ti aiuteranno. Ora ti immagino spaventata, nel tuo lettino d’ospedale, un po’ di ingessature qua e là. Ma sei VIVA, cara bambina, e se la vita ha deciso che oggi non era il tuo momento significa che tu SEI IN GRADO di vivere, di superare questo momento, di lasciarti alle spalle gli insulti e le cattiverie dei tuoi coetanei, che mi immagino sempre in branco (l’unione fa la forza, soprattutto a 12 anni, se li prendi uno ad uno vedi come si sgonfiano).
Non ci conosciamo, ma ti sto parlando come se fossi la tua sorella maggiore. La conosci Demi Lovato? Sì, la ex star Disney e cantante. Demi Lovato da piccola è stata vittima di bullismo. Un giorno durante una puntata di X Factor (lei faceva il giudice), disse questa frase: “Bullies that bullied us, they’re at home watching us on TV” (non te la traduco perché secondo me sei brava in inglese). Io me la volevo tatuare, per quanta forza ha dentro. Però era troppo lunga, e allora mi sono tatuata solo “Hold on”, “Tieni duro“, in un posto ben visibile, sul polso destro, così quando mi sento fragile e che non ce la posso fare, guardo la scritta e mi ricordo di quante cose ho fatto per arrivare fin qui. Questa sera quell’ “Hold on” è tutto per te, bambina. Perché tu ce la farai. Perché il tuo destino è ancora lungo e gioioso, farai gli esami della terza media, inizierai il liceo, chissà, forse ti piacerà la letteratura latina. Magari sarai una capra in matematica, come la sottoscritta, ma riderai e ti divertirai quando farai il primo viaggio da sola, dormirai in spiaggia, ti comprerai il primo paio di scarpe con i soldi di un lavoretto estivo. Sarai felice quando farai l’amore per la prima volta, quando supererai gli esami di maturità, prenderai la patente e dovrai iscriverti all’Università. Sarai emozionata nel giorno del tuo matrimonio e quando il tuo test di gravidanza sarà positivo. Ricorderai questi giorni con tenerezza quando sarai nonna, e stringerai forte al petto i tuoi nipoti raccontando loro la storia di una grande donna. Tu.
Vivi, bambina, vivi forte. Si dice che la vita è una, ma forse non per tutti. Tu hai avuto una straordinaria seconda possibilità, oggi. Giocatela al meglio. Giocala per te, per me, per la tua famiglia, per tutti quelli che come te sono vittime di angherie. E giocala anche per loro, già, per quelli che ti hanno fatto male. In fondo sono solo dei poveretti, del resto il destino ha dato il suo responso: mica meritavano la tua vita!
Bianca Chiriatti
Lecce