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Libro della poetessa Alessia Fava edito da LietoColle

Foto A. Fava
Foto A. Fava

Pensavo di tenerlo in me, prima/ che nascesse,/ guardando il cielo, le erbe, i voli/ delle cose leggere,/ il sole – perché tutto il sole/ scendesse in lui.// Pensavo di tenerlo in me, cercando/ d’essere buona -/ perché ogni bontà/ fatta sorriso/ crescesse in lui.// Pensavo di tenerlo in me, parlando/ spesso con Dio -/ perché Dio lo guardasse/ e noi fossimo/ redenti in lui.”

Questa è una delle più belle poesie sulla maternità e, paradossalmente, è stata scritta da una donna che non è mai diventata madre anche perché l’autrice, la poetessa milanese Antonia Pozzi, è morta suicida nel 1938, quando aveva appena 26 anni.

Qui la maternità è vista come attesa, come impegno dell’anima, come promessa di bene, come legame con Dio. Un po’ come in quest’ultima raccolta di Alessia Fava, Cantami cose di terra edita da LietoColle.

Questa silloge della Fava è una vera e propria dichiarazione d’amore al suo bambino, attraverso una poesia colta e fortemente ispirata che ha la capacità di trascinare il lettore negli spazi così poco trafficati delle emozioni …

c’è sempre la neve nelle mie notti/ a stringerti di bianco e farti luce/ la domenica come nei miracoli// fuori dalle mani il mondo/ un suono pazzo di peccato/ e, noi, dentro a chiuderci piano/ il peso delle favole

Un bel libro davvero questo di Alessia Fava che merita di essere letto.

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