Comunicati Stampa

Immigrazione, orrore in Svezia per la donna uccisa ed il bambino stuprato

Coisp: “Ma qui non è diverso, dopo i coniugi massacrati, le violenze e il resto, può accadere tutto in una situazione al collasso

“L’orrore che ha scosso la Svezia travalicandone i confini attraverso la rete ed i media non è affatto lontano da noi. In tutti i sensi. Non è lontano perché lo viviamo con dolore, proprio come fosse avvenuto in casa nostra. E non è lontano perché le cose non stanno poi molto diversamente anche da noi, in una situazione al collasso per un’immigrazione massiccia e senza regole che da tempo ha superato i limiti della gestibilità”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo le drammatiche notizie giunte da Vasteras, in Svezia, dove un gruppo di rifugiati ha stuprato ripetutamente un bambino di 10 anni all’interno di un centro accoglienza. L’episodio è avvenuto pochi giorni prima dell’uccisione di un’operatrice 22enne a Molndal, da parte di un ospite di soli 15 anni. E certe notizie si mescolano e si sovrappongono a quelle di “casa nostra” che hanno avuto tutte come protagonisti presunti profughi macchiatisi di svariati reati, fra le quali alcune particolarmente eclatanti, come lo è stato il barbaro assassinio dei coniugi a Palagonia, in Sicilia, massacrati da un giovane ivoriano ospite del Cara di Mineo, o le diverse violenze avvenute in vari luoghi d’Italia a danno di operatrici dei centri di accoglienza, l’ultima delle quali, lo stupro di una psicologa avvenuto in una struttura siciliana, è passato quasi completamente sotto silenzio.

“Hai voglia a fingere che vada tutto bene nascondendo o neutralizzando le notizie di cronaca che riguardano immigrati richiedenti asilo – insiste Maccari – come è stato ufficiosamente detto di fare persino in alcuni degli uffici che si occupano di sicurezza. La situazione è fuori da ogni possibilità di controllo capillare perché il numero degli immigrati è tale che non si riesce più a gestirli con ordine e secondo regole ferree che, peraltro, mancano. Il business dell’accoglienza ha assunto le proporzioni di una gigantesca torta di cui nessuno vuole perdere una fetta o anche solo una briciola, e l’emergenza impone di affidare lavoro nel settore a tutti, persino a chi non ne avrebbe i requisiti tassativi come è stato anche mostrato in dettagliati reportage televisivi girati, guarda caso, proprio in Sicilia. E’ una situazione esplosiva, ed a nulla varrebbe neppure un intervento come quello messo frettolosamente in piedi in Germania, dove, a seguito dei fatti di Capodanno, si è deciso di ‘buttare fuori’ senza perdere un solo minuto i richiedenti asilo che commettono qualsiasi reato. Da noi urge, infatti, un filtro preliminare che impedisca a delinquenti patentati ed a chi non ne ha diritto di entrare in Italia, un accordo che consenta a chi vuole solo transitarvi di raggiungere i paesi di reale destinazione, e soprattutto leggi severissime in tema di sicurezza ed espulsioni. A quel punto il numero degli ingressi e dei profughi da gestire concretamente calerebbe drasticamente e sul piano della sicurezza potremo ricominciare a riportare la situazione un po’ più sotto il nostro controllo”.

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