Il Coisp replica all’intervento di Ceroni
Dopo l’intervento di Ceroni (FI) seguito al servizio delle Iene il Coisp replica: “Se rilasciamo dichiarazioni alla stampa veniamo puniti, se non lo facciamo dovremmo essere puniti… insomma basta avere la divisa per passare i guai! Bersagliati sempre e comunque!”
“Senza attendere la risposta dei Ministri interrogati dal Senatore Ceroni vogliamo dirgli noi due cose rapide su cui dovrebbe riflettere, precedute da una domanda facile e ragionevole: non si sente ridicolo? La prima: secondo il parlamentare dovremmo essere puniti perché non rilasciamo dichiarazioni alla stampa. Secondo altri esimi rappresentanti istituzionali dovremmo essere puniti quando lo facciamo. Non sarebbe il caso di mettersi d’accordo? O altrimenti dire a chiare lettere che basta indossare una divisa in Italia per diventare il bersaglio di tutti! Secondo: al Senatore serve un servizio televisivo per accorgersi della realtà che si vive nel nostro Paese? Non sarebbe stato il caso che si muovesse ben prima per ottenere maggiori mezzi nel contrasto all’illegalità registrata a Prato? E con ciò intendiamo, ovviamente, non certo darci addosso, ma piuttosto chiedere a gran voce, pretendere i numeri e gli strumenti che ci servono per lavorare? Invece di dire scempiaggini la politica si impegni per darci il sostegno che ci serve”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo l’intervento del Senatore di Forza Italia, Remigio Ceroni, seguito al servizio televisivo delle Iene sul fenomeno dello spaccio a Prato. Ceroni ha presentato un’interrogazione rivolta, fra l’altro, anche al Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ed al Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, per chiedere anche spiegazioni anche sull’atteggiamento mostrato dalle Forze dell’Ordine che in strada non hanno risposto alle domande formulate dal giornalista. Di qui il Senatore ha chiesto: “…per quali ragioni la pattuglia dei vigili urbani di Prato e la gazzella dei carabinieri ripresi nel servizio televisivo non abbiano fornito le risposte alle domande poste dagli intervistatori e, nel caso sia stato commesso un illecito nello svolgimento delle proprie funzioni, se non si ritenga di dover adottare provvedimenti sanzionatori esemplari”. Per il senatore il problema riportato nel servizio è “sociale, giudiziario e necessiterebbe di una celere soluzione anche se, forse, la fuga davanti alle telecamere di personale delle Forze dell’Ordine si sarebbe potuta evitare”.
“Se gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine vengono crocifissi e puniti quando denunciano problematiche pur gravi – conclude Maccari – come si può concepire che si mettano a discutere in strada con i giornalisti di questioni operative riguardanti il loro lavoro sul territorio. Solo una persona che non ha idea di cosa stia farneticando può pensare di proporre una punizione per una cosa del genere. Peccato che non esistano punizioni esemplari per i parlamentari che non sanno fare il proprio lavoro”.
Con gentile richiesta di pubblicazione e diffusione