PROIETTILI ESPLODONO DURANTE L’ADDESTRAMENTO AL POLIGONO,
POLIZIOTTI COINVOLTI IN DIVERSI EPISODI. IL COISP: ACCERTARE LE RESPONSABILITA’ E SOSPENDERE L’UTILIZZO DEL MUNIZIONAMENTO DIFETTOSO
“Ancora una volta un frequentatore del corso per operatore U.O.P.I. durante le fasi di addestramento presso il poligono militare di Valmontorio (LT), in uso dal C.N.S.P.T. di Nettuno, è rimasto vittima di un incidente di tiro provocato evidentemente dall’esplosione del bossolo all’interno della camera di cartuccia. Il terzo incidente in pochi giorni, che dimostra quale sia davvero il livello di armamento e munizionamento in dotazione alla Polizia di Stato, mentre incombe la minaccia terroristica e la criminalità diventa sempre più agguerrita”. E’ quanto scrive Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il Sindacato Indipendente di Polizia, in una lettera inviata al Capo della Polizia prefetto Alessandro Pansa.
“Proiettili che esplodono e feriscono gli Agenti: sono queste le risorse fornite alla Polizia, nonostante i proclami con cui si sostiene di volere rendere il più possibile efficace ed efficiente l’azione di tutto l’apparato antiterroristico, a partire dai Centri di formazione preposti all’insegnamento delle cosiddette tecniche avanzate” spiega Maccari. “Purtroppo, nonostante le ripetute sollecitazioni di questa Segreteria Nazionale volte a sensibilizzare le competenti Direzioni Centrali del Dipartimento sul fatto che la sicurezza è da sempre un nodo focale nell’utilizzo delle armi da fuoco, gli incidenti si ripetono. E’ doveroso chiedere come mai dopo il primo incidente non si è subito provveduto a bloccare il lotto di munizioni? E con quale logica chi ne aveva la responsabilità ha reiteratamente autorizzato l’utilizzo di cartucce palesemente e storicamente difettose? Forse per fare bella figura con i superiori? Noncurante dei danni che si potevano arrecare all’Operatore di Polizia, “forse” nella speranza di ottenere solo la tanto osannata promozione? Altrimenti come si spiega che due incidenti di tiro consecutivi avvenuti nelle ultime settimane non sono stati sufficienti a smuovere la coscienza di chi dirige il Centro Nazionale di Specializzazione e Perfezionamento al Tiro di Nettuno e/o dei suoi collaboratori a cui sono delegate le funzioni di direttore di tiro e sospendere immediatamente l’utilizzo delle cartucce incriminate di cui da tempo si parla e si discute anche negli ambienti ministeriali? A noi risulta che questi incidenti sono già avvenuti diverse volte, ed il tutto è stato messo a tacere, evitando anche le dovute comunicazioni agli organi superiori. Insomma, tutto è stato gestito, e soprattutto reiterato, all’insegna della assoluta irresponsabilità”.
Il Coisp chiede quindi al Capo della Polizia “di sospendere immediatamente l’utilizzo del munizionamento difettato e di avviare una indagine ispettiva volta ad individuare precise responsabilità ed a far luce su quanto accaduto, posto che non è la prima volta che in quei luoghi vengono trattati con superficialità e scarsa sensibilità le questioni legate alla sicurezza del personale”. Il COISP ha allegato alla missiva inviata al Capo della Polizia delle fotografie inquietanti, una delle quali relativa ad una pistola Beretta d’ordinanza fatta a pezzi dall’esplosione, con evidente pericolo per il tiratore. Incidenti, spiega con dovizia di particolari tecnici il Coisp, provocati verosimilmente dall’esplosione del bossolo delle cartucce da esercitazione di un lotto del 2009, messe da parte nel 2011 e riesumate nel 2014. Cartucce evidentemente difettose, probabilmente per la poca quantità di polvere da sparo, che sono state sottoposte ad una veloce perizia, qualche test di prova, e legittimate per l’addestramento attraverso una circolare ministeriale. “Un circolo vizioso – spiega Maccari – che avvantaggia solo le aziende produttrici di armi e munizioni con le quali, tra l’altro, solo pochi eletti hanno contatti”. “Chissà se c’è dietro qualcosa di …poco edificante”, si chiede Maccari, evidenziando le chiare responsabilità di chi ha valutato le caratteristiche tecniche ed autorizzato l’approvvigionamento del munizionamento. “E’ necessario restituire al mittente i materiali difettosi ed assicurare più trasparenza nei contratti in modo da non arrecare ulteriori danni ai poliziotti costretti ad utilizzare materiali riesumati”, dice Maccari, che conclude: “Non è accettabile che munizioni difettose vengano bandite dalle attività operative e destinate a quelle di addestramento, come se nelle fasi di addestramento l’esplosione accidentale di una cartuccia difettata arrechi meno danni al malcapitato poliziotto”.