Sclerosi Multipla: non c’è limite al peggio
Dopo la pubblicazione del mio articolo intitolato “Sclerosi Multipla: alcune considerazioni sulla CCSVI di Zamboni” (https://mediterranews.org/2016/02/sclerosi-multipla-alcune-considerazioni-sulla-ccsvi-di-zamboni/ ) dove ho cercato di fare qualche breve considerazione su quanto era stato scritto su Fb nella pagina del “CeSMuV” (Centro Regionale Specializzato per la Sclerosi Multipla del Veneto) in un post intitolato “CCSVI: game over” (ora rimosso…) ieri è stato inserito un nuovo post privo di titolo:
Non é nelle intenzioni, né nello stile del CeSMuV polemizzare con chiunque, tantomeno con i pazienti. Il nostro sito FB…
Pubblicato da CeSMuV su Mercoledì 10 febbraio 2016
Sinceramente incuriosito, provo anche qui a fare qualche altra considerazione su quanto è stato scritto:
“Non é nelle intenzioni, né nello stile del CeSMuV polemizzare con chiunque, tantomeno con i pazienti. Il nostro sito FB non é un blog, né un forum. Chiunque voglia discutere con noi venga a trovarci, a conoscerci.”
Condivido. Peccato che nel post precedente “CCSVI: game over“, già il titolo era un pochino polemico…
“Quello che ci sentiamo di consigliare ai pazienti é di documentarsi, in modo approfondito e completo. Consigliamo di leggere la più recente, completa e dettagliata analisi della letteratura sull’argomento condotta da un gruppo misto greco-tedesco (Tsivgoulis et al, Brain Behav 2015, 5:3-12). Consigliamo di leggere le conclusioni dello studio PREMiSe (condotto dal gruppo di Buffalo, USA, sostenitori storici della CCSVI): “Venous angioplasty IS NOT an effective treatment for MS over the short term and MAY EXACERBATE underlying disease activity”. Pubblicato su Neurology, 2014.
Per meglio comprendere i dati dello Studio Cosmo e delle RRF Veneta, consigliamo di leggere le conclusioni di due studi canadesi, il primo (Traboulsee te al, Lancet, 2014) ha mostrato la presenza di CCSVI nel 2% dei pazienti con SM, il secondo (Rodger et al, PLoSOne 2013) dimostrava la CCSVI in 1 (uno) paziente su 100 studiati. Vele la pena di leggere lo studio polacco su bambini e adolescenti con SM (Jurkiewicz et al., Eur J Paediatr Neurol 2014). Consigliamo inoltre di leggere la review di Barkhof e Wattjies (tranquilli, non sono neurologi e non lavorano a Padova, sono radiologi di Amsterdam) dal titolo “Multiple Sclerosis: CCSVI deconstructed and discarded”).”
E’ curioso citare solo gli studi avversi per contestare una teoria.
Ad ogni modo, l’articolo di Tsivgoulis ed altri, pubblicato online nel novembre 2014 (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25722945 ), è solo un bla bla bla scritto da neurologi da sempre ostili alla teoria di Zamboni
Lo studio PREMiSe di Siddiqui ed altri di Buffalo (che non sono sostenitori storici della CCSVI ma semplicemente scienziati “open-mind”) pubblicato online nel giugno 2014 (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24975855 ) riguardava solo nove (9) pazienti effettivamente trattati per la CCSVI, campione un pò piccolino in Medicina… come piccolo era stato considerato anche il campione di 65 pazienti trattati nel primo studio di Zamboni (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19958985 ).
Tali regole dovrebbero valere per tutti gli studi e non solo per quelli che fanno “comodo”…
Sullo studio canadese del neurologo Traboulsee ed altri pubblicato online nell’ottobre 2013 (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24119384 ) si è già espresso il prof. Zamboni con un articolo pubblicato nel dicembre 2014 (http://www.pagepressjournals.org/index.php/vl/article/view/vl.2014.4195 ) e qui si trova la cronistoria in italiano:
http://www.ccsvi-sm.org/website/comunicato-stampa-lancet-ignora-replica-zamboni-mail-bombing-malati-delusi-su-rivista/
http://www.osservatoriomalattierare.it/sclerosi-multipla/7370-sclerosi-multipla-e-ccsvi-lancet-ignora-zamboni-e-i-malati-protestano
Relativamente al mediatico studio canadese di Rodger ed altri pubblicato online nell’agosto 2013 (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23967312 ) il prof. Zamboni ha formulato le sue osservazioni tecniche sulla stessa rivista: http://www.plosone.org/attachments/pone.0072495.comment1.pdf
Questo articolo in italiano ne riassume i contenuti: http://www.ccsvi-sm.org/website/il-prof-zamboni-commenta-i-risultati-dello-studio-canadese/
L’articolo degli olandesi Barkhof e Watties (noti oppositori alla teoria di Zamboni) pubblicato online nel novembre 2013 (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24217512 ) è solo un bla bla bla molto polemico sin dal suo titolo e nulla aggiunge alla ricerca sulla CCSVI che nel frattempo è andata avanti.
“Dovete però leggere anche gli articoli originali di Zamboni, anche al fine di meglio comprendere come il suo pensiero sia cambiato nel tempo, così come é cambiato il suo approccio metodologico. Dovete leggere gli articoli pro-CCSVI. E quando avrete letto i pro e i contro, avrete avuto modo di vedere ci ha condotto gli studi, dove sono stati condotti e in quali riviste sono stati pubblicati, sarete pronti ad un confronto sereno.”
Chi segue con attenzione la letteratura e gli studi del prof. Zamboni sa che a Ferrara stanno lavorando sodo per migliorare le attuali tecniche diagnostiche.
Cito ad esempio il recente tutorial intitolato “Why current doppler ultrasound methodology is inaccurate in assessing cerebral venous return. the alternative of the ultrasonic jugular venous pulse” (Perché l’attuale metodologia ecodoppler è imprecisa nel valutare il ritorno venoso cerebrale. L’alternativa del polso giugulare venoso ultrasonico): http://www.hindawi.com/journals/bn/aip/693604/
Piaccia o non piaccia la ricerca sta andando avanti.
“I medici d CeSMuV non hanno mai affermato che la CCSVI non esiste. Anomalie venose compatibili con la definizione zamboniana di CCSVI si può dimostrare nel 3% della popolazione, che sia affetta da SM o sia priva di malattie neurologiche. Certo, trovare la CCSVI in persone normali e asintomatiche deve far, quantomeno, riflettere.”
Non è proprio così… Già nel maggio 2012 era stato pubblicato online un articolo intitolato “CCSVI and MS: no meaning, no fact” (CCSVI e SM: nessun significato, nessun fatto) (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22569567) non troppo gentile verso la CCSVI.
Scrissero tra l’altro gli autori: “la CCSVI sembra essere una condizione piuttosto aliena e la sua esistenza dovrebbe essere definitivamente messa in dubbio.”
In conclusione, credo che eventuali confronti sul tema CCSVI vadano fatti tra medici e ricercatori ai tavoli preposti.
I malati andrebbero curati, consigliati, amati secondo il modello del medico santo Giuseppe Moscati.
So bene che è un’utopia ma così dovrebbe essere, soprattutto in una malattia come la sclerosi multipla, di cui non si conoscono ancora né le cause né una terapia definitiva e valida per tutte le forme.