Editoriali

Non scrivete libri… decifra la cabala che hai in mente

185648_105157309562931_4561097_n STRADA DA iMGParti da te per scrivere il libro. Uno dei tanti libri che possono scaturire da uno scorcio della tua vita che, per monotona o banale che possa apparirti, conserva tra le pieghe del quotidiano suoi aspetti inediti, piccole fessure sull’insondato, storie non colte, piccoli frutti nascosti che devono venir fuori per maturarsi.

Devi solo scrollare il risvolto dei pantaloni, svuotare le tasche dagli scontrini dei bar, cogliervi quei numeri casuali stampati su di essi e trarne la giusta cabala…

Poi prendi un foglio bianco e parti da te per scrivere il libro, fai il primo passo, il più difficile, decifra la cabala che hai in mente.

Non che tu conosca e capisca tutto quello che fai e che ti riguarda, ma d’altronde, non è una fotografia fedele che i lettori vogliono conoscere di te: vogliono, prima di tutto, sapere come sbagli e dove sbagli, poi gli errori…

Poiché gli errori degli altri sono consolatori e interessano a molti, poi qualcuno dei lettori vorrebbe sapere magari cosa fai davanti ad un foglio bianco, da dove parti per scrivere il libro della tua vita. Intanto dipende dalla dimensione del foglio e dal momento particolare di chi lo fa, ma la quantità di spazio disponibile è già una risorsa primaria che influisce sul tuo intervento.

Comunque è quasi sempre una questione di numeri, di quantità. “Chi più ne ha, più ne metta”… lo diceva anche la maestra quando dovevamo svolgere un tema a scuola e se ci lasciavamo andare nello scrivere, badando nel contempo a non fare troppi errori di ortografia, poteva succedere che il tema risultasse svolto in maniera soddisfacente e allora il suo voto era buono per lei e per tutti.

 [Tre righe di appunti su di un foglietto posso già contenere l’inizio di un racconto, una pagina intera che tu avresti cifrata in poche parole, condensando in poche tracce liofilizzate un raccolto discreto che può lievitare con l’umidità, tornare al suo volume originario.]  

 Le parole del tuo scrivere troveranno il loro suono nella testa di chi legge, suono che non conosci né puoi prevedere; tu puoi solamente disporre le parole del raccontare come su di uno spartito muto e il prodigio forse arriverà inaspettato quando il libro sarà tra le mani dei lettori ed ognuno lo interpreterà come un canto a bocca chiusa, tutto cantato nella loro mente con echi insondati e armonie naturali…

Il giorno dopo è già diverso lo stato del tuo libro. Stai considerando le tue risorse per metterti a scrivere e produrre un racconto originale da lasciare agli altri e stai facendo i primi passi di un nuovo viaggio.

Hai incamerato diverse prospettive che si sono sparpagliate in vago disordine, in varie dimensioni, riempiono lo spazio fino al fondo e si perdono nella nebbia dei contorni sfumando in latitudini sconosciute.

Anche le visioni frammentarie che cogli lungo il percorso quotidiano non trovano localizzazioni precise, restano nello spazio generico, accumulate come fotografie di repertorio nel tuo magazzino di possibilità concrete, in ogni momento sono a disposizione per le scenografie che vorrai. I materiali visibili fissi hanno questo di bello: si possono osservare da molti punti di vista. Quelli inconsueti sono i più proficui perché ci mandano molti più messaggi nuovi, interagiscono in maniera impensata e scatenano l’impiego entusiasta di varie idee interessanti.

Le ombre lunghe sulla strada sono già forme narranti che si trasformano secondo l’ora e il tempo atmosferico… un segnale stradale a lato del marciapiede e un pilastro all’angolo del muretto, con la ringhiera in ferro verniciato di chiaro, formano un disegno in movimento: pian piano si spostano sull’asfalto della via e allungano a dismisura le loro silhouette

Se arrivo controluce dalla piazza la mia ombra si colloca nel paesaggio urbano accanto agli alberi alti, distante da me, disegnata come una sagoma sconosciuta, grazie al sole che si avvicina al mezzogiorno il suolo diventa lo schermo su cui si proiettano le ombre, ne registra il profilo deformato sulla superficie irregolare…

Bruno Chiarlone Debenedetti

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