Editoriali

lettera come premonizione o realtà parallela della memoria

DSC03444parole sorde si sparsero senza disperdersi in cortile quel pomeriggio domenicale… oscure ridondanze tra  palazzi storici furono altrettanto ignorate…  non avevamo potuto vedere il padre né mia madre; si era così vicini al compleanno del genitore quando eravamo stati in spagna e al ritorno, costantemente ignorate, le vie traverse e gli echi più cupi nell’anticamera del cervello, in quell’estate torrida – giunti nel cielo della val bormida, una vasta nuvola bianca era rimasta latente sotto al grande diaframma opaco…

anche gli agganci visuali sui muri in penombra furono evitati, (quanto del vissuto resta impigliato nella pagina che avevo scritto?) completamente rimossa ogni premonizione nefasta ma non era servito ad allontanare l’intricato gioco dei fili interrotti, noccioli dal guscio duro che ognuno può cogliere…  il traguardo dei suoi ottantasei anni in piena salute di mente e di corpo … le occasioni speculari  furono lasciate invecchiare lungo la via del passeggio serale… ora non mi restava che svelare la mia premonizione rimasta per breve tempo nel limbo della memoria…

le teorie prospettiche in locazioni non meglio identificate, l’amaro calice che avremmo bevuto di lì a poco, fecero subito scartare le analogie pericolose che il linguaggio dirama (dopo lo scalo a barcellona e il sorvolo della liguria in direzione milano), dove un uomo che scrive non è mai solo, il timore eccessivo di smarrirsi in situazioni complicate, che ai primi di settembre avrebbe superato in buona salute, ci aveva impedito di vedere dall’alto la casa paterna, ombre in ogni direzione

13 aprile 2016

Bruno Chiarlone Debenedetti

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