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Sempre più grave l emergenza abitativa in Liguria

WP_20160525_15_03_51_ProNon sono gravi le condizioni di Claudia Marino la senza dimora che l’altro giorno ha tentato il suicidio gettandosi dal Ponte Rosso ad Albenga. Tuttavia la sfrattata, della quale ci eravamo già interessati la scorsa settimana, ha subito la rottura di una vertebra, contusioni in tutto il corpo e dovrà esserre sottoposta ad un delicato intervento al Santa Corona di Pietra Ligure dove nel frattempo sarà sottoposta a Tac e risonanza.

Viva per miracolo insomma, grazie soprattutto all’ immediato intervento del 118, Vigili del Fuoco, Croce Bianca e Polizia. Il giorno precedente al tentato suicidio era stata nuovamente in comune ad Albenga ed in vescovado, per cercare di perorare la propria causa. “ Ha parlato in Comune prima con il Dirigente- ci ha spiegato Antonino Maccarrone che le ha fatto visita al nosocomio pietrese- poi con l’assessore ai servizi sociali. Pare che tutto quello che il Comune ingauno sia riuscito a proporle per l’emergenza abitativa già richiesta in Marzo, siano stati tre o quattro giorni in un campeggio ad Albenga. Era anche andata a chiedere di nuovo aiuto in Curia. Poi il giorno successivo ha deciso di compiere l’insano gesto. Io mi domando se questa città e questa Italia così accogliente per gli stranieri, si può ancora considerare civile se non è in grado di offrire neppure un posto letto ad una concittadina, a cui la crisi omicida ha negato la sicurezza di un lavoro”.

Claudia Marino ha subito a marzo uno sfratto e stava vivendo per strada: “Mi sono più volte rivolta al Comune ed in Curia- ci ha spiegato al Santa Corona di Pietra Ligure, dove è ricoverata- ma non mi sembra che ci fosse la volontà di aiutarmi a risolvere il problema, che è anche uguale a quello di tanti altri che come me hanno perso casa a causa della crisi ed ora sono disperati e si trovano a dover vivere per strada. Così ho pensato per tutta la notte a quello che era stato detto. Mi sono sentita abbandonata. Non ho dormito ed al mattino ho deciso di farla finita”:

La signora Marino che ha due figli (di 18 e 13 anni) ha 51 anni e sopravvive facendo piccoli lavori saltuari: attualmente a Loano aveva trovato un lavoretto fino al 5 giugno, ma poi sarebbe stat di nuovo senza lavoro e senza casa.

I miei due figli- ci spiega- stanno dalla nonna. La mia situazione è drammatica. Ho fatto domanda per le case popolari, ma mi hanno spiegato che prima di me ci sono tutte quelle famiglie che hanno dei figli piccoli. Ho anche saputo che il Comune ha tanti alloggi vuoti, ma che per via delle leggi sulla sicurezza non possono essere consegnati. E’ assurdo io mi adatterei anche a vivere in un posto senza acqua, gas e luce, pur di avere un riparo dove potermi ricoverare alla sera. Invece vivo per strada, dormo in stazione, sulle panchine, in giro e nella sala d’attesa dell’ ospedale. Ho trovato tante persone buone che mi hanno dato una mano, ma

non avevo più speranza e così volevo morire. Ho pensato che tutti se ne fregassero di me e che la mia vita non aveva più senso. E così volevo farla finita. Poi ho pensato ai miei figli ed ho cercato di ritornare indietro, ma era troppo tardi, non sono più riuscita a tenermi e sono precipitata in mezzo alla vegetazione e sono svenuta. Se nessuno mi avesse visto ora sarei morta. Invece mi sono svegliata che c’erano già polizia, vigili del fuoco e 118. Ora devo stare immobile, rischio la paralisi. Devo aspettare che mi sottopongano alla risonanza magnetica per operarmi alla spina dorsale”. Insomma la vicenda drammatica della signora Marino ci sta facendo comprendere come l’emergenza abitativa ad Albenga, così come nei comuni vicini, sia sempre più grave. E’ forse arrivato il momento che i sindaci del comprensorio ingauno si incontrino, per unire le forze e trovare una soluzione condivisa ad una grave emergenza che, se la crisi continuerà ancora, si sta rivelando davvero drammatica.

CLAUDIO ALMANZI

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