Sardegna: è tempo di artigiani digitali?
ARTIGIANI DIGITALI – Le prospettive dell’incontro tra manifattura e digitale: se ne parla domani a Cagliari in due dibattiti. Murgianu (Presidente Confartigianato Sud Sardegna): “Isola sempre più laboratorio di nuove piccole imprese in settori smart”. E le start sopravvivono di più in Sardegna
Esiste una via italiana all’innovazione, in cui l’incontro tra manifattura e digitale non supera l’elemento umano ma, invece, lo valorizza? Per Confartigianato Imprese Sardegna questo modello esiste e comincia a farsi strada con un grande potenziale sul mercato.
Per ragionare insieme e per capire quali siano le strade da seguire, domani, mercoledì 22 giugno, a Cagliari, si svolgeranno 2 incontri nei quali saranno protagonisti i nuovi artigiani sardi che stanno percorrendo questa strada con profitto.
Il primo appuntamento è previsto presso il Business Centre dell’Aeroporto di Elmas, nell’ambito di “Unica e Imprese”. La mattina, con inizio alle 11.00, nell’incontro “Dialogo tra ricercatori e Imprese-La tradizione diventa high tech”, Paolo Manfredi, responsabile strategie digitali di Confartigianato, e gli imprenditori artigiani Fabio Mereu (Playcar) e Riccardo Porta (Panificio Porta), raccontano le loro esperienze nel campo dell’innovazione applicata alle imprese tradizionali.
La sera, dalle 18.00, il secondo appuntamento, questa volta organizzato da Confartigianato Imprese. Presso i locali di Hub/Spoke, a Cagliari in via Roma 235, Paolo Manfredi, con le domande di Luca Murgianu (Presidente Confartigianato Sud Sardegna), presenta il suo libro “L’economia del su misura. Artigiani, digitale, innovazione”. Quindi, in una Tavola Rotonda, si confronteranno su quale sia il ruolo del valore artigiano nella manifattura 4.0 Fabio Mereu di Playcar, Silvio Obinu di Fablab Nuoro, Sandra Ennas di Fablab Sardegna Ricerche, Monica Scanu dello IED e Massimo Lumini di Sulkymedialab.
I due incontri serviranno a fare il punto sul dibattito attorno alle prospettive dell’incontro tra manifattura e digitale. Mentre sono richiamati da più parti modelli che guardano alla digitalizzazione della manifattura come superamento dell’elemento umano, nell’economia reale si sta affermando un modello originale di convivenza e reciproco rafforzamento tra innovazione e valore artigiano che può diventare un vera “via italiana all’innovazione”.
Confartigianato in Sardegna crede fortemente che gli artigiani possano essere veri protagonisti dell’innovazione a condizione che sappiano portare avanti un modo di innovare che si integri con il valore artigiano. E’ proprio “l’artigianalità” l’elemento distintivo fondamentale che rappresenta la forza di un sistema imprenditoriale, fatto di intelligenza, innovazione e coraggio, che anche in Sardegna comincia a mutare ed evolversi. Per questo qualità, ricerca stilistica, flessibilità e personalizzazione, non solo possono convivere, ma anche rafforzarsi reciprocamente, dando vita a un modello vincente.
“La Sardegna diventa sempre più “laboratorio” di nuove piccole imprese in settori “smart” come il manifatturiero, le energie rinnovabili, l’ICT, il turismo, i trasporti e l’edilizia – commenta Luca Murgianu, Presidente di Confartigianato Sud Sardegna – infatti, sono ben 10.826 le imprese artigiane sarde coinvolte nello sviluppo delle “smart city””. “Nell’isola – continua il Presidente – le “città intelligenti” utilizzano le migliori tecnologie Ict a disposizione per ottimizzare l’efficienza e migliorare quindi il benessere e la qualità della vita dei suoi abitanti. Molte sono già operanti, altre invece sono ancora in fase di avvio. 3.924 si trovano nella vecchia provincia di Cagliari, 1.280 in quella di Nuoro, 610 a Oristano e ben 5.012 in quella di Sassari”.
Nella nostra isola 4.217 si concentrano nell’ambito del sistema casa, 514 nell’ambiente, 1.908 nel trasporto, 451 nella smart mobility-ICT e ben 3.590 nello smart living. Ancora nessuna impresa è rappresenta l’ambito dello smart governance. Queste imprese rappresentano il 28,5% delle imprese artigiane registrate presso le Camere di Commercio. I numeri sono del Centro Studi Nazionale di Confartigianato, che ha rielaborato i dati ISTAT-ASIA, Unioncamere-Infocamere ed Excelsior del 2014.
E i dati sulla sopravvivenza delle imprese affermano come in Sardegna le start up reggono più a lungo. Nella nostra regione, infatti, la quota di chiusura delle imprese nei primi 3 anni, è molto inferiore rispetto alla media nazionale. Su 100 realtà aperte 3 anni fa, nell’isola continua a operare il 67,3% contro il 63,1% della media Nazionale. La nostra regione è terza in assoluto dopo la Basilicata (69,2%) e il Trentino (69,1%). Al contrario la percentuale più bassa si registra nel Lazio, con il 57,8%. A livello provinciale sardo, record di sopravvivenza per Nuoro (72,4%) e Oristano (70,6%), tra l’altro record anche a livello nazionale. Seguono Sassari (67,2%) e Cagliari (64,4%). La peggiore prestazione per Roma: solo il 55,3% “rimane in vita”.
Per Murgianu “quello delle piccole imprese ICT è un settore nel quale spicca la componente artigiana, espressione di abilità, personalizzazione, flessibilità nella risposta a domande sempre più complesse e sofisticate che provengono dalle imprese e dai cittadini”.
“Rappresentare gli “artigiani digitali” – conclude il Presidente di Confartigianato Sud Sardegna – significa mettere a disposizione del Paese grandi competenze di innovazione spesso trascurate a favore delle grandi multinazionali e che invece possono e devono contare di più nei prossimi decisivi passaggi per la modernizzazione della Sardegna e del Paese, dall’Agenda digitale alle smart city”.