Lo “Sportello dei diritti” raccomanda chi ha l’abitudine di prenotare le vacanze su internet a tenere alta la guardia
Ci si avvicina al periodo delle vacanze e per gli italiani prenotare una villa, un albergo o un appartamento su internet è divenuto ormai una pratica comune negli ultimi tempi. Tante sono le offerte che pullulano sul web, ma alcune volte nel prezzo è compreso l’imprevisto o addirittura la truffa che vi rovinerà le tanto meritate vacanze. Una situazione comune, forse troppo, in questa estate.
È Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, a lanciare l’allarme, in ragione del significativo numero di denunce presentate da utenti della rete rimasti vittime di truffa in occasione dell’affitto di appartamenti per vacanze. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i vacanzieri, per evitare che gli utenti in procinto di fruire di un periodo di ferie, subiscano l’amara esperienza di trovarsi di fronte ad un alloggio inesistente o non conforme a quanto si era pattuito. Ogni giorno oltre 300 mila nuovi annunci vengono pubblicati sulla piattaforma di diversi siti di annunci gratuiti sotto la responsabilità dell’utente.
a vittima ignara inserisce le proprie coordinate bancarie, convinta di aver prenotato il posto giusto, e invece si ritrova con il conto pesantemente alleggerito. Massima attenzione, perciò, onde evitare brutte sorprese, è di tenere alta la guardia, controllando accuratamente la presentazione del sito. La truffa ‘on line’ è sempre ben architettata, con invitante annuncio, prezzo conveniente per periodi anche brevi ed il corredo di diverse foto. Le informazioni di contatto e gli errori d’ortografia in particolare, però, sono spesso un ottimo indice per capire se il sito che si sta visitando è genuino o meno. Prestigiose località balneari italiane come Rimini, Riccione, Alassio, Gallipoli ma anche note zone sciistiche di Courmayeur, Livigno e Bormio erano il terreno di una banda specializzata in truffe online di case-vacanza che è stata sgominata dalla Polizia di Stato, che ha denunciato 22 persone. Gli indagati avevano messo in piedi un articolato sistema di raggiri per affittare appartamenti inesistenti, o di cui non avevano la disponibilità, locandoli persino a più famiglie contemporaneamente. Le indagini, condotte dal Compartimento della Polizia postale e delle comunicazioni di Milano, a seguito di alcune denunce, sono riuscite a risalire dal web ai responsabili reali, a cui sono contestati almeno 600 casi di raggiro, 254 dei quali a Milano, utilizzando inserzioni sui veri portali di annunci per gli affitti di appartamenti. Le indagini hanno svelato l’esistenza di tre gruppi: il primo, formato da italiani ritenuti i capi dell’associazione, si occupava di inserire progressivamente gli annunci in rete, seguire le trattative telefoniche con le vittime e, infine, incassare i proventi della frode; il secondo, composto da cittadini romeni, si occupava di procacciare numerosi prestanome per i pagamenti; il terzo, infine, rappresentava la “manovalanza” dei primi due, ed era composto da cittadini italiani e stranieri che, appunto, dietro un corrispettivo si recavano presso le banche per attivare quanti più conti correnti possibili, fornendo successivamente ai promotori i codici dispositivi per i servizi di home banking e le tessere bancomat necessarie al prelievo delle caparre e degli affitti anticipati ottenuti fraudolentemente via web senza dover scoprire la propria identità. Cautela e scaltrezza, durante la trattativa contrattuale, non devono perciò mancare mai, per non incappare in truffe.
Lecce, 22 luglio 2016
Giovanni D’AGATA