Tratta di esseri umani: i numeri della Lombardia
Milano, 17 ottobre – La tratta ed il traffico di esseri umani coinvolge anche i territori della regione Lombardia. Migliaia sono infatti le donne, gli uomini, le transgenders che vengono quotidianamente sfruttate nella prostituzione in strada e al chiuso, in ambiti produttivi di diverso genere (edilizia, agricoltura, servizi, ristorazione ecc.) nella pratica dell’accattonaggio, delle economie illegali e dei piccoli reati, fino a forma di violenza domestica e obbligo ai matrimoni forzati per le donne.
In Lombardia sono operativi diversi gruppi del CNCA – Cooperativa La Grande Casa, Cooperativa Lotta Contro L’Emarginazione, Centro Ambrosiano di Solidarietà, Fondazione Somaschi Onlus, Associazione Micaela Onlus) – che, in collaborazione con istituzioni pubbliche, forze dell’ordine, magistratura, altri soggetti della società civile mettono in campo da più di 15 anni un lavoro capillare per proporre alternative sostenibili di fuoriuscita dai percorsi di sfruttamento e coercizione, di tutela della salute, di promozione del benessere delle comunità territoriali.
Stimiamo infatti che con i nostri interventi raggiungiamo annualmente circa 5.000 persone che si prostituiscono in strada e in appartamento o al chiuso, che vengono gravemente sfruttate lavorativamente anche in Lombardia, che sono vittime dell’accattonaggio nelle nostre città, sosteniamo l’accompagnamento di almeno 500 persone ai presidi sanitari per la prevenzione, la diagnosi e la cura, avviamo ai programmi di protezione sociale per vittime di tratta almeno 150 persone.
L’accoglienza ed il percorso individuale offerto dai nostri servizi – altamente professionalizzati e qualificati – ha consentito il raggiungimento di esiti positivi per le persone che vi hanno aderito; come Alina (nome di fantasia) che è stata venduta dalla famiglia di origine e da anni lavora con un contratto a tempo indeterminato in un hotel del centro di Milano, o Karhim (nome di fantasia anche questo) che dopo anni di grave sfruttamento al limite della riduzione in schiavitù gestisce ora una piccola impresa di ristorazione con dipendenti. Entrambi hanno denunciato i loro sfruttatori.
In coerenza con quanto esplicitato dal Piano Nazionale Antitratta adottato dal Dipartimento delle Parti Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri:
– Svolgiamo attività di contatto, emersione ed identificazione delle vittime e delle potenziali vittime di tratta attraverso i servizi di Unità di strada e contatto nell’indoor con donne trangenders e uomini che sono costretti o indotti a prostituirsi, stiamo sperimentando nuove pratiche di contatto con donne che vengono forzatamente inserite dalle organizzazioni criminali nel sistema dei richiedenti protezione internazionale, partecipiamo e promuoviamo reti di di collaborazione, rivolte a persone vittime del grave sfruttamento del lavoro, dell’accattonaggio forzato, delle economie illegali, della violenza domestica, dei matrimoni forzati
– Accompagniamo le persone accolte a denunciare gli autori dei reati e dello sfruttamento al sistema di giustizia italiano; da queste denunce la Procura e le Forze dell’Ordine hanno potuto sgominare organizzazioni criminali transnazionali
– Gestiamo servizi di accoglienza protetta per le persone che aderiscono ai programmi di protezione sociale ai sensi dell’art. 18 D.Lgs 286/98, accompagnandole in percorso di emancipazione e inclusione socio lavorativa fino al raggiungimento della completa autonomia
– Offriamo azioni di sensibilizzazione alle comunità territoriali ove operiamo, per promuovere una cultura condivisa nel contrasto al fenomeno criminale della tratta degli esseri umani e una cultura dell’accoglienza e della solidarietà
Oltre alle reti locali che promuoviamo in ogni territorio, sosteniamo la promozione del Numero Verde Antitratta Nazionale – 800 290 290 – attivo 24 ore su 24 su tutto il territorio nazionale, in grado di fornire alle vittime, e a coloro che intendono aiutarle, tutte le informazioni sulle possibilità di aiuto e assistenza che la normativa italiana offre per uscire dalla situazione di sfruttamento.
Il Dipartimento delle Pari Opportunità del Consiglio dei Ministro, oltre al Numero Verde, sostiene e cofinanzia gli interventi di assistenza alle vittime e alle potenziali vittime, e ha recentemente emanato un bando pubblico con dotazione finanziaria di 13 milioni di euro, con il quale ha ammesso a finanziamento 18 progetti che andranno in continuità sino al novembre 2017.
Nel corso di questo periodo sarà preso in esame il modello di continuità di questi progetti; dal nostro punto di vista è ormai necessario stabilizzarli in quanto servizi e strutturare un sistema omogeneo di monitoraggio, valutazione e sviluppo.