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TEATRO ARCILIUTO: Se la legge non ammette ignoranza, l’ignoranza non ammette la legge

MimmoMancini_22102016Teatro  Arciliuto – Roma, dal 22 Ottobre al 6 Novembre 2016: Se la legge non ammette ignoranza, l’ignoranza non ammette la legge

Uno specchio deformato della storia di quel popolo italiano, furbetto, pavido e approfittatore

Se la legge non ammette ignoranza,
l’ignoranza non ammette la legge”

di Mimmo Mancini e Paolo De Vita

Regia di Gisella Gobbi
Costumi Cesare Tanoni
Luci Paolo Macioci

Dal 22 Ottobre al 6 Novembre 2016
Ore 21,15

(dalle ore 20:15 aperitivo/cena facoltativa con prenotazione)

Teatro Arciliuto

Piazza Montevecchio, 5 – Roma
(adiacenze Piazza Navona)

Le date

Ottobre
sabato 22, domenica 23
giovedì 27, venerdì 28, sabato 29, domenica 30

Novembre
giovedì 3, venerdì 4, sabato 5, domenica 6
Ore 20:15 aperitivo/cena facoltativa con prenotazione
Ore 21,15 – Spettacolo nella sala teatro

Ingresso
Intero euro 15,00 – Ridotto euro 12,00
Gruppi (minimo 10 pz) 10,00

FaceBook Teatro Arciliuto  /   FaceBook Fratelli Capitoni

www.fattorek.net

La storia:

Un’aula di tribunale o almeno così sembrerebbe…

Al centro una fatiscente scritta: “La legge è uguale per tutti”. Mancano delle lettere.

Un paravento dietro al quale non s’intravede nessun imputato in attesa d’interrogatorio o di una sentenza.

Carlo e Cosimo Capitoni, due fratelli pugliesi più che cinquantenni, disoccupati e veterani, che si definiscono “esodati in prima linea”, vestiti da fanti della Grande Guerra raccontano, come due cavalieri erranti, il loro fantastico viaggio alla disperata ricerca di una soluzione. Ipotetici eroi di un romanzo senza fine nella continua lotta per difendere i loro diritti di emarginati e riparare i torti subiti dal loro eterno nemico: “l’assessore”. La visionaria ostinazione verso questa figura istituzionale, incarnazione di tutti i mali di uno Stato assente, della mala politica e di tutto ciò che non funziona, li spinge a leggere la realtà con occhi diversi, a inventare ipotetici complotti, a vedere nemici dappertutto. Combatteranno come possono risultando sempre sconfitti e suscitando ilarità in chi assisterà alle loro folli imprese. I fratelli Capitoni, due eterni Don Chisciotte, non avendo la capacità di vedere la realtà per quella che è, decidono di portare in giudizio l’Italia, gli italiani, isole comprese, e loro stessi, in una fantomatica aula di tribunale, rivelando alla Corte di essere entrati in possesso di un archivio segreto trovato in una “magica grotta”, dove sono racchiusi tutti i misteri italiani. Proclamandosi autentici italiani onesti si autodenunciano, pretendono di essere testimoni protetti, pentiti, a loro volta collusi e colpevoli, pur di ottenere un tetto e un tozzo di pane possibilmente in galera, almeno per trenta anni! La Corte si ritira per deliberare, ma la sentenza non arriva mai. Ricordando la loro storia, la loro infanzia, che parte da una Puglia lontana, i due fratelli rievocano nella memoria collettiva anni ed episodi lontani: li vedremo coinvolti nei primi sbarchi degli albanesi a Brindisi e Bari, lottare per più di 15 anni contro una cartella pazza di Equitalia o come disoccupati dimenticati che si congelano in una cella frigorifera colma di pesce, sperando in un futuro migliore che tarda ad arrivare. Una guerra continua, quella dei fratelli Capitoni, da combattere contro un nemico invasore, dove i nemici sparano anche alle spalle.

In attesa di una sentenza che non arriva, sarà il pubblico ad emettere il suo verdetto.

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