Arcu Capitano Ultimo l’antiracket temuta da criminali e istituzioni
Scriviamo facendo appello all’art. 18, all’art. 21 e all’art. 28 della Costituzione della Repubblica Italiana.
In questi giorni noi dell’Associazione Antiracket Capitano Ultimo siamo stati contattati dalla redazione del quotidiano l’Attacco, con sede a Foggia. In particolare ci ha chiamati Giuseppe Fabio Ciccomascolo, giornalista di cronaca e d’inchiesta, il quale ci ha chiesto un’intervista. Noi non siamo abituati ad apparire sui giornali, preferiamo agire più che apparire. Tuttavia siamo coscienti che comunicare attraverso i media ciò che facciamo e ciò che proponiamo è un sistema che può dar la possibilità di fornire aiuto a chi ha bisogno. Ed è anche un metodo per far veicolare messaggi laddove l’ostilità si perpetua senza un confronto e o una collaborazione chiesta e data senza ottenere un ritorno per il fabbisogno collettivo di comunità. Di seguito vi proponiamo l’intervista pubblicata su l’Attacco mercoledì 26 ottobre 2016, a pagina 15, difatti per dar maggior visibilità al pezzo di Ciccomascolo lo abbiamo inoltrato a livello nazionale ad oltre 700 redazioni. Buona lettura
Arcu Capitano Ultimo l’antiracket temuta da criminali e istituzioni.
di Giuseppe Fabio Ciccomascolo per l’Attacco di Foggia
L’associazione con sede a Torremaggiore non ha mai avuto gran appeal tra sindaci e prefetti. “Siamo considerati degli usurpatori”.
La provincia di Foggia, da alcuni mesi, è ripiombata nel terrore causato dalle bombe piazzate davanti ai negozi che non pagano il pizzo, da attentati agli uomini delle Forze dell’Ordine e sparatorie e spacci di droga. C’è un caso particolare, però, che vede protagonista un’associazione che viene isolata nonostante si batta da anni e duramente per riportare la legalità: stiamo parlando di Arcu Capitano Ultimo, l’associazione antiracket con sede a Torremaggiore, non iscritta all’albo prefettizio delle associazioni antiracket e, forse anche per questo, quasi mai considerati una spalla su cui fare affidamento da chi è seduto in Prefettura a Foggia. “Con i Prefetti di Foggia non abbiamo mai avuto un gran feeling. Dapprima con Luisa Latella per poi continuare con l’attuale Sua (e non nostra) Eccellenza Maria Tirone, alla quale già da oltre sei mesi abbiamo consegnato il nostro piano territoriale riguardante la sicurezza urbana e il nostro modo di intendere l’antiracket. Per le istituzioni, e maggiormente per la Prefettura, non siamo credibili perché ci siamo rifiutati di far parte di un elenco prefettizio: non serve a nulla essere iscritti perché la vittima di racket può benissimamente – e da solo – far richiesta in Prefettura per accedere al fondo vittime del racket senza alcun ausilio di un’associazione. Per questo noi mai ci inseriremo in quell’elenco che alle associazioni di categoria serve solo per accedere a fondi statali e ai famosi Pon sicurezza, soldi erogati per il nulla, perché nessuna di queste associazioni mette in campo un progetto serio per salvaguardare quelle persone che varcano la soglia di una caserma per denunciare i loro oppressori”. Parole dure che descrivono un rapporto burrascoso tra le istituzioni e l’associazione. Rapporto strano, considerato che la stessa Arcu Capitano Ultimo dovrebbe essere un interlocutore per Prefettura e sindaci e, invece, trova porte chiuse quasi ovunque. A l’Attacco, i responsabili parlano anche del loro rapporto con alcune amministrazioni comunali della Capitanata. “In teoria, abbiamo buoni rapporti con tutti, in pratica molti comuni ci chiedono di agire in seconda linea sul loro territorio, quindi in maniera non ufficiale ma ufficiosa nel reperire informazioni utili per poi trasmetterle a chi di dovere. Se prendiamo nello specifico il comune di Torremaggiore, noi per loro ci siamo esposti, ci abbiamo messo la faccia perché convinti che la nuova amministrazione avrebbe avallato il nostro progetto, ma si è rivelato un grandissimo bluff (sia chiaro, non abbiamo ricevuto alcuna promessa se non quella di essere indotti nel crederla). Difatti, dopo l’elezione a sindaco (di Lino Monteleone, ndr) ad oggi, nonostante dopo aver protocollato in agosto una richiesta di audizione per esporre i nostri intenti, l’amministrazione non ancora ci convoca. Abbiamo messo a punto” spiegano ancora da Arcu“ un sistema per abbattere l’omertà con la semplice distribuzione da parte dei comuni di un nostro modulo denominato “Modulo di denuncia passiva”: è un prestampato che permette al cittadino di inviare informazioni riguardante notizie di reato perseguibili d’ufficio in perfetto anonimato. Nonostante sia una iniziativa dal basso costo (solo fotocopie da spedire ad ogni nucleo familiare) il comune di Torremaggiore la snobba; ma il controsenso nasce quando poi si fanno proclami nell’invitare i cittadini a collaborare per l’individuazione dei reati perpetrati sul territorio. Ma questo la fanno anche Questori e Comandanti Provinciali dei Carabinieri… Purtroppo, se non si fa parte di alcune caste, sei tagliato fuori”. Nonostante l’ostracismo da parte di Prefetti e rappresentanti delle Forze dell’Ordine, i responsabili a vario titolo dell’associazione torremaggiorese non demordono e, anzi, rilanciano: “Possiamo rassicurare tutti in quanto a breve abbiamo richiesto, presso il Ministero, il riconoscimento ufficiale nonostante la mancata iscrizione negli appositi albi prefettizi, perché quando si opera senza scopi di lucro non c’è albo che tenga. Noi le informazioni le giriamo, poi sta alle Forze dell’Ordine essere operative nel darci credito e vi assicuriamo che sono in molti che collaborano con noi all’insaputa dei loro superiori, perché noi acquisiamo, verifichiamo e diamo informazioni su tutto il territorio nazionale. Poi se il nostro operato mina l’autorità di qualcuno, beh, non possiamo farci niente, noi agiamo per il popolo e solo per la gente senza che nessuno (e spesso) ci dica grazie, rischiando, talvolta, e nel vero senso della parola, la vita, senza le dovute coperture da parte di chi avrebbe dovuto metterci il tappeto rosso. Ma ci conforta il consenso del popolo e di tutti i cittadini a cui abbiamo dato gratuitamente il nostro supporto”. In un momento critico come questo, non sarebbe il caso di far spazio anche a chi, come l’Arcu Capitano Ultimo ed altre associazioni che si battono per tal scopi al fianco dei cittadini.
“Siamo stati ammaliati da abili oratori”
La scottatura per aver creduto in alcuni sindaci che poi li hanno scaricati è grossa, tanto da portare i rappresentanti dell’associazione Arcu Capitano Ultimo a scagliarsi contro alcuni dei primi cittadini della Capitanata: “Troppo spesso, in campagna elettorale, ci si sente portatori sani di legalità, la stessa che a conti fatti lascia un vuoto incolmabile in ogni amministrazione che si rispetti. È vero, lo ammettiamo, come polli siamo stati ammaliati da abili oratori. Egregi sindaci, ci spiegate il motivo del perché questa associazione e questi uomini non fanno parte dei vostri entourage riguardante la sicurezza, preferendo uomini di partito totalmente estranei alla conoscenza di leggi e non all’altezza del compito?”
Noi ci siamo!!!
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