Manager e Benedettini, un mix straordinario
Ora et Labora può diventare la formula vincente per i manager?
C’è un posto in Sardegna dove l’antica regola benedettina, sintetizzata in Ora et Labora, viene praticata quotidianamente.
Immerso nel verde e nei silenzi dei colli di Borutta, a meno di 50 chilometri da Sassari, un monastero benedettino, San Pietro di Sorres, svela al mondo gli antichi dettami di San Benedetto da Norcia.
“Ora et Labora” sintetizza una regola di vita, valori comportamentali antichi praticati ancora oggi con dovizia dai monaci, ritmi antichi che possono celare il segreto per diventare un manager vincente.
Ad una prima riflessione può sembrare originale, ma un manager ha il dovere di strutturare la propria organizzazione con meticolosa precisione, niente di meglio che ispirarsi a quanto Benedetto ed i suoi seguaci ci hanno lasciato.
Ne aveva già esplicato l’importanza ne “I manager di Dio, management e leadership, attualità della Regola Benedettina” Rocco Meloni, esperto formatore e manager del comparto turistico, oggi trainer in un corso che si svolgerà a breve (con inizio nel secondo week end di novembre) nel monastero di San Pietro di Sorres. Sullo stesso tema verte un documentario che da qualche settimana Pietro Mereu sta girando presso lo stesso antico e suggestivo monastero.
Meloni nel suo libro ed ancor di più Mereu nel documentario da lui diretto illustrano il sapere della Regola Benedettina che da sempre è il modello perfetto di management efficace e incisivo, tanto da attraversare i secoli e arrivando sino a noi.
San Benedetto ed i monaci hanno affrontato crisi economiche, politiche e sociali magistralmente regolando la propria vita attraverso gli antichi precetti medievali.
Come? Con La Regola, quella che per oggi potrebbe essere applicata nella gestione di una azienda.
A seguire il primo seminario ci saranno diversi manager di aziende tra le più note del panorama regionale.
L’importanza della cultura e della spiritualità, il senso del collettivo, la priorità assegnata all’uomo come individuo, la nobiltà del lavoro, che al tempo di San Benedetto era per lo più manuale, possono essere tanto altro: possono portare alla perfezione.
Del nesso tra “La regola” e il management se ne parla da tempo.
Un monaco inglese, Padre Dermot, già manager in un’impresa alimentare, e monaco a 46 anni è il primo a trovare nella Regola Benedettina uno strumento idoneo alla formazione dei manager.
San Benedetto da Norcia potrebbe essere stato il Primo Amministratore Delegato della storia? Perchè no? Indubbiamente San Benedetto era un abile manager capace di gestire monaci e monasteri.
Azzardando si potrebbe fare un paragone perfetto tra l’organizzazione della vita monastica con quella aziendale, c’è proprio tutto: dall’Abate, (direttore generale in azienda) al decano, (responsabile risorse umane, al cellerario (responsabile del Provveditorato e acquisti).
Una organizzazione gerarchica perfetta, una macchina capace di affrontare con il giusto spirito e con la giusta forza secoli bui e guerre, la ricetta giusta da applicare ad aziende ed imprese?
Nel monastero e dal monastero si può apprendere a vivere le ore del giorno in modo organizzato dando giusto tempo a tutto.
In merito, Rocco Meloni dichiara: “Per secoli la regola benedettina è stata il modello di gestione di quei complessi abbaziali che hanno ricoperto l’Europa di centri di potere economico e di influenza culturale capaci di arrestare il degrado derivato dal crollo dell’Impero Romano; anci, avviando la ripresa economica dell’Europa delle campagne che sfocierà nei nuovi Comuni e negli Stati nazionali. La Regola è stata ed è quel dispositivo di precetti, consigli, norme e dettami che ha permesso che ha consentito e consente di conseguire una organizzazione assolutamente imprenditoriale, dove ogni ingranaggio del meccanismo funziona alla perfezione e ogni elemento ha una sua importanza virale ed essenziale.”
Pietro Mereu appassionato ed eclettico documentarista, seguirà il percorso proposto da Meloni. Con la sua telecamera, il documentarista, ha già avuto l’occasione di riprendere degli spaccati di vita monacale. “ Amo le storie di gruppi di persone particolari,” racconta Mereu, “ ho lavorato sui centenari, sui pescatori di ricci, sui calcianti del calcio storico fiorentino. Amo le storie di mondi che stanno scomparendo o di quelli minoritari. In questo caso, seguendo Rocco Meloni, ho conosciuto il mondo delle abazie benedettine e degli uomini che cercano di apprendere da un modello che funziona da 600 anni”