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Il digital divide è alimentato da tanti internauti over 64?

 

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In Italia il digital divide non arretra alla velocità che ci si aspetterebbe. Le ragioni sono tante, dai problemi delle infrastrutture, all’organizzazione dell’agenda digitale italiana che ha portato alla classificazione delle varie zone “di interesse”. Ma laddove non ci sono i finanziamenti, e i principali providers non trovano né un incentivo “pubblico” o semi-pubblico, e tanto meno un interesse commerciale, allora la difficoltà di poter usufruire di una connessione decente si trasformano in una vera e propria utopia, a meno che non subentrino società come Linkem, Eolo, e in generale di tipo FWA (approfondimenti su http://www.apprendistatoprovinciaroma.it/adsl-eolo/).

Ma perché in alcune zone l’interesse per spingere all’intervento diventa praticamente nullo? E perché la banda ultra larga stenta comunque a decollare? Secondo l’Agcom il principale problema risiede nel fatto che in Italia c’è un numero di ultrasessantenni tra i più alti in Europa. In particolare, guardando una fascia piuttosto nutrita, che è quella degli over 64 anni, si nota che il 75% usa una connessione ad internet. La maggioranza sfrutta la connessione mobile, ma non si preoccupa della velocità di navigazione.

 

La situazione si complica per due ulteriori aspetti. La prima è dovuta al fatto che il 62% degli internauti di età tra i 64 e i 75 anni non ha alcuna idea di quale sia la velocità di navigazione nel web. La seconda è invece imputabile al fatto che in fondo non hanno alcun interesse a cercare una connessione più veloce o in generale più stabile. Tutto questo conduce all’effetto negativo di una scarsa domanda, che a detta dell’autorithy sulle tele comunicazioni è una causa che contribuisce con un certo peso alla resistenza con cui si affronta la questione del “divario digitale”.

 

Come superare questa evidente difficoltà? La risposta risiederebbe sempre nel comportamento dei nostri “anziani” che hanno avuto modo di apprezzare la connessione più veloce: una volta che ne hanno potuto toccare con mano ed apprezzarne i vantaggi diventano restii a rinunciarci. Solo in questo caso si fanno più attivi nella ricerca delle migliori offerte, e di rendono più disponibili a spendere un po’ di più. Altrimenti vince la maggioranza in modo netto di coloro che per navigare non è disposto a spendere un solo centesimo: l’importante è che si navighi a costo zero, anche se il servizio non vale un granché.

E’ lo stesso studio effettuato dall’Agcom che infatti fa emergere il fatto che solo l’1% degli over 64 anni è disposto a pagare una cifra che superi i 10 euro per poter contare su una connessione più veloce. Il 2% può prendere in considerazione una spesa che sia superiore ai 5 euro, ma che non ecceda i 10 euro. Invece ben il 66% vuole navigare semplicemente a costo zero. Il che costituisce un bell’ostacolo, nonostante le tariffe di connessione in mobilità, oppure quelle da rete fissa, siano tra le più concorrenziali in Europa.

Come superare queste limitazioni? Da quanto emerge dal rapporto il primo passo consiste nel rendere consapevoli gli internauti più maturi, della velocità di connessione di cui usufruiscono, sfruttando anche i software gratuiti esistenti. Il secondo passo è quello di dare modo di fare un’esperienza (anche come prova) di connessione a banda ultralarga, così da far prendere coscienza delle differenze, e consentire una scelta consapevole.

 

Il testo è stato redatto e trasmesso da Marco Bruzzone che ne è responsabile

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