Le navi da crociera, i traghetti ed i treni scaricano i liquami nel mare e lungo le tratte ferroviarie
L’ industria dei trasporti sotto accusa
I mezzi di trasporto che scaricano le deiezioni dei passeggeri in corsa sono le navi da crociera, i traghetti e anche i treni in alcuni paesi nei quali il trasporto ferroviario è rimasto indietro che chiedono ai passeggeri di non servirsi delle toilette alle fermate nelle stazioni.
Ma sono le navi, in particolare le insospettabili da crociera ed i traghetti quelle che hanno un brutto vizio, di notte, lontano da occhi indiscreti, di liberarsi di ogni tipo di rifiuto. Secondo l’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) una crociera con “3.000 passeggeri, può generare circa 750.000 litri di rifiuti e acque reflue e circa 3.785.000 litri di acque grigie derivate da docce e altre tubature in una settimana standard”. L’EPA, inoltre, afferma che “alcuni dei flussi di scarico generati dalle navi da crociera contengono acque di sentina (l’acqua che si raccoglie nella parte più bassa dello scafo della nave e che contiene petrolio, grasso e altri contaminanti), acque reflue, acque grigie (l’acqua di docce, lavandini, lavanderie e cucine), acqua di zavorra (l’acqua tenuta a bordo o scaricata da un’imbarcazione per mantenere la stabilità) e rifiuti solidi (rifiuti alimentari e spazzatura)”. Questi reflui contengono sostanze inquinanti, compreso materia fecale, batteri, virus, agenti patogeni, i nutrienti, rifiuti e prodotti farmaceutici pericolosi, ognuno dei quali può essere dannoso per la salute umana e la vita acquatica. Nonostante tali statistiche, alle navi da crociera non è proibito, nella maggior parte delle zone, rilasciare nel mare le acque reflue e le acque grigie trattate. Nessuno vuole colpevolizzare un settore, ma bastano pochissimi furbi per creare grandi danni e a far presto a trasformare il mare in una grande pattumiera. In Italia le regioni dove si concentrano le infrazioni sono l’ area fra la Toscana e il Lazio e la Sicilia. Ma sanzionare, in Italia, è stato finora impossibile. Bisogna intervenire in flagranza di reato, sorprendere cioè la nave mentre si libera di quello che ha in pancia.
La buona notizia è che sono stati fatti dei passi avanti che tutt’ora proseguono per rendere le navi da crociera più sensibili nei confronti dell’ambiente. Organizzazioni come la IMO (International Maritime Organization), la MARPOL (International Convention for the Prevention of Pollution from Ships) e l’EPA hanno stabilito degli standard severi per tutte le imbarcazioni commerciali. Tali standard includono delle restrizioni sul trattamento delle acque reflue, sulla riduzione dei rifiuti solidi, sull’inquinamento dell’aria e sul rispetto delle normative relative alla qualità dell’acqua. Poi c’è l’altro problema ambientale più eclatante: le navi da crociera sono responsabili anche di notevoli quantità di inquinamento atmosferico derivanti dal carburante sporco che bruciano. Anche quando sono attraccate in un porto, le navi da crociera spesso utilizzano inquinantissimi motori diesel per fornire energia elettrica ai passeggeri ed all’equipaggio. Secondo l’Epa, ogni giorno una nave da crociera media emette più anidride solforosa di 13 milioni di automobili e più fuliggine di un milione di auto. Norme simili per ridurre l’inquinamento delle navi sono state approvate dall’Unione europea, anche se il comportamento “omertoso” con il quale le compagnie crocieristiche si rifiutano di rivelare le pratiche ambientali non fa ben sperare.
L’urbanizzazione repentina del mare da parte di grandi navi da crociera, sostiene Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha dimostrato la scarsa consapevolezza del loro impatto ambientale, visto che queste città galleggianti sono in grado di fornire ai loro passeggeri alcuni dei servizi normalmente dispensati ai cittadini di una piccola città. Spesso gli scali non sono attrezzati e la nave si aggiusta come può. Ma si rischia grosso, se non si interviene in tempo. Un crocerista produce ogni giorno trenta centimetri cubi di rifiuti solidi e centoventi litri di acque grigie e nere. In attesa che si organizzino i porti, allora, ci provano le navi ad attrezzarsi. Se le rigidissime norme italiane vietano di scaricare in mare qualsiasi cosa, allora bisogna distruggere, compattare e incenerire i rifiuti prodotti dai passeggeri. Le enormi quantità di cibo e bevande consumate sulle navi da crociera, insieme alle acque delle lavanderie, delle piscina, strutture sanitarie, dei laboratori fotografici, delle spa e delle dry cleaning stations, devono andare da qualche parte.
Lecce, 12 novembre 2016
Giovanni D’AGATA
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