Risolvere il problema dello shopping compulsivo
Pensare che lo shopping compulsivo non sia un disturbo degno di cura è un errore che non può essere commesso se si ha intenzione di risolvere il problema: paragonabile ai disturbi del controllo degli impulsi, non è stato – per il momento – definito in modo ufficiale da parte della comunità scientifica, ma ciò non toglie che gli esperti siano in grado di individuarne le caratteristiche e i sintomi.
In effetti, lo shopping compulsivo può facilmente essere identificato come un disturbo che si contraddistingue per il riproporsi continuo di episodi in cui il soggetto interessato sperimenta un‘irrefrenabile impulso a comprare: gli acquisti non possono essere tenuti sotto controllo né evitati, anche se si è consapevoli della loro scarsa utilità o che, comunque, sono diventati eccessivi. Nel momento in cui gli episodi di acquisto compulsivo si ripetono con il passare del tempo, per la persona possono esserci delle conseguenze particolarmente dannose non solo dal punto di vista psicologico, ma anche sul piano lavorativo, su quello relazionale e su quello finanziario.
Si possono riconoscere, inoltre, delle fasi differenti nel contesto di tale disturbo: in una prima fase, per esempio, il soggetto comincia a palesare delle preoccupazioni e dei pensieri che si traducono in un senso di urgenza rispetto all’azione del comprare, sia che si tratti di fare shopping in generale, sia che si tratti di acquistare un oggetto specifico. In tale fase, possono verificarsi e manifestarsi delle emozioni poco piacevoli, dalla rabbia alla noia, dall’ansia alla tristezza. In un secondo momento, l’individuo si prepara allo shopping programmandone le tappe e gli aspetti principali: quali tipi di articoli devono essere ricercati, quali negozi devono essere visitati, che metodo di pagamento si ha in mente di sfruttare. Successivamente, è la volta del vero e proprio shopping compulsivo, in virtù del quale la “vittima” si sente attratta, e quasi corteggiata, da oggetti e articoli: pertanto, colpita da una eccitazione che arriva ai limiti della sensualità, non riesce a resistere all’acquisto. Una volta completata la transazione, tuttavia, subentra il pentimento: l’euforia di pochi istanti prima lascia il posto a un senso di frustrazione. Ci si sente delusi da sé stessi, si prova vergogna e ci si dimentica dell’eccitazione di pochi secondi prima.
Per risolvere il problema dello shopping compulsivo ci si può rivolgere a una psicoterapeuta a Monza Brianza come la dottoressa Loredana Tromboni, esperta nel trattamento degli attacchi di panico, dei disturbi depressivi, dei disturbi evolutivi dei bambini, dei disturbi post traumatici da stress, dei problemi nella genitorialità e, appunto, delle dipendenze. La dottoressa, che nel corso della sua lunga esperienza nel settore ha arricchito la propria matrice psicoanalitica con tecniche e contributi derivanti dal cognitivismo, dalla psicologia positiva e dalla psicoterapia EMDR, è in grado di identificare e tracciare dei percorsi di cura ad hoc, formulando dei trattamenti su misura e personalizzati, tanto brevi quanto efficaci.