Lettera aperta al presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi
Caro presidente abbiamo appreso che venerdì 18 cm Lei sarà a Bruxelles per definire probabilmente la regolamentazione della etichettatura relativa alla pasta di grano duro.
Tale prodotto, come ben noto, merita tutta l’attenzione necessaria in quanto una delle massime espressione del nostro made in Italy.
Ma ci urge precisarle alcuni elementi necessari affinché si possa parlare definitivamente sia di pasta che di grano duro dal quale si ricava la semola.
E’ utile sapere che il grano duro prodotto in Italia, in particolare nel meridione, bacino naturale di coltivazione da millenni, è quanto di più sano e salutare si possa disporre sul mercato mondiale.
Ma tuttavia, per inspiegabili ragioni che probabilmente avrà appreso, questa materia prima, in questa annata agraria, è stata cosi tanto mortificata in termini di prezzo e di speculazione che si rischia il totale tracollo di migliaia di aziende agricole, benchè le quotazioni internazionali siano più alte, come ha testimoniato lo stesso Ministro Martina.
Bene:
Le ragioni di tutto ciò sono da attribuire alla falsa affermazione delle industrie molitorie e pastaie che da più tempo definiscono il grano duro nazionale privo di caratteristiche qualitative riferendosi solo al suo scarso contenuto di proteine e, di conseguenza, alla necessità di doversi approvvigionare su mercati esteri in particolar modo in Canada.
Ora in tutto questo, gli industriali omettono di dire e di informare soprattutto i consumatori che tale prodotto di importazione per quanto riguarda la qualità (tossicologica), davvero si fa desiderare.
Tenga presente Presidente, che siccome la raccolta di tale grano non avviene in estate come da noi, bensì in autunno, in condizioni di umidità estremamente alte, lo stesso contiene elevate dosi di micotossine che i canadesi stessi certificano. E che ieri in Camera di Commercio a Foggia, paradossalmente, hanno ammesso gli stessi americani durante un seminario organizzato dall’ Ente Pubblico per favorire l’immissione di grano straniero in Capitanata.
Inoltre, all’estero, specie in Canada, per accelerare la mietitura si fa ricorso alla disseccazione artificiale delle coltivazioni stesse con uso sistematico di glifosato nei quindici giorni precedenti la raccolta.
Come ben saprà tale pratica agronomica è stata vietata nel nostro paese con il decreto del ministero della salute dell’ultimo 22 agosto 2016, che ha recepito un regolamento comunitario, quindi i nostri operatori commerciali, paradosso dei paradossi importano un granella che in Italia è vietato produrre.
Di conseguenza Caro Presidente, venerdì a Bruxelles è importante che ai fini della regolamentazione dell’etichettatura di origine della materia prima, Lei tenga in debito conto che per informare correttamente i consumatori italiani a valutare la qualità del grano duro utilizzato per la produzione di pasta non è sufficiente parlare solo di proteine (tra l’ altro l’eccesso delle stesse è nocivo per la salute dei consumatori e soprattutto per i bambini).
delle micotossine, Don e Ocratossina;
dei residui di Glifosato ed altri pesticidi;
dei metalli pesanti e radioattivi
e di altri contaminanti necessari ad un acquisto sano e consapevole da parte dei nostri consumatori.
Caro presidente, noi confidiamo veramente nel successo che otterrà a Bruxelles a favore non solo degli agricoltori, che con speranza aspettano tali regolamentazioni, ma soprattutto per la tutela della salute pubblica, in particolare di quella dei nostri bambini. Sarebbe una prima vera misura di politica economica e sanitaria.