La Camera di Commercio di Foggia, che svolge un ruolo di riferimento nel mercato del grano duro italiano, – prosegue – ha infatti abbassato di 1 euro le quotazioni del duro, portando il listino a 22 euro e lo ha fatto prendendo a riferimento i dati di due transazioni: una di centomila euro ed una di cinquantamila euro, secondo le dichiarazioni rilasciate dal Segretario Di Mauro ad una folta delegazione di soci Granosalus.
Abbiamo subito fatto notare al dirigente camerale – aggiunge De Bonis – che “Non e’ possibile con appena due fatture, attestanti un volume di scambi decisamente insignificante, decidere il destino di una intera economia agricola”.
Infatti, a fronte di quotazioni internazionali del grano duro superiori di oltre 10 euro a q.le, “uno scambio di 7000 qli circa su Foggia rapportato ad una produzione provinciale di circa 12 milioni di quintali, rappresenta un volume davvero irrisorio”, fa notare Granosalus.
Una percentuale infinitesimale dello 0,00058% delle transazioni di mercato – evidenzia il presidente – rilevate da soli due operatori, in un momento in cui la stragrande maggioranza degli agricoltori non intende cedere sottocosto il proprio prodotto, non può di certo interferire sul 100% del mercato provinciale, regionale e nazionale.
La vicenda – sottolinea l’associazione di tutela dei produttori e consumatori – dimostra l’assoluta inadeguatezza del volume minimo di scambi a base delle rilevazioni e l’assenza di criteri trasparenti finalizzati a rilevare il prezzo storico, che in modo improprio si comporta come un vero e proprio prezzo previsionale: una prerogativa quest’ultima che invece per legge spetta solo alle CUN, commissioni uniche di mercato.
Questo modo di operare tende unicamente a fissare i prezzi in maniera anticoncorrenziale, falsare il mercato e indurre gli agricoltori a vendere sottocosto.
Infine, conclude il Presidente, siamo stati in Commissione a Foggia per depositare formalmente istanza affinchè la Giunta camerale consideri altri criteri per la rilevazione dei prezzi, a tutela dei consumatori, già recepiti negli indirizzi di governo nazionale, e tenga conto della nuova associazione Granosalus, che valuterà tutte le possibili azioni a tutela del mercato reale del grano duro italiano di qualità.