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ESCE OGGI IL VIDEO DI “CE N’EST PAS çA” DI SANDRO JOYEUX CON EUGENIO BENNATO

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Tre continenti in un unico viaggio
Foreste e deserti da attraversare
Il sole che brucia, il sonno, la fame
Non è questo no
Che li può fermare, che li può fermare

id=”yui_3_16_0_ym19_1_1482057042822_52681″>Italiano, bambarà e francese sono le lingue di “Ce n’est pas ça”, secondo singolo estratto dall’album “Migrant” di Sandro Joyeux, presentato all’Auditorium della Musica di Roma lo scorso marzo. Il brano, un inno alla migrazione come bisogno naturale di ogni essere umano, vede la partecipazione straordinaria di Eugenio Bennato, con cui Sandro aveva collaborato per l’Opera L’Amore Muove la Lunaandata in scena al Teatro San Carlo di Napoli nel 2013.  

Il videoclip di “Ce n’est pas ça”, che verrà presentato in anteprima nazionale il 17 dicembre allo Scugnizzo Liberato, e sarà disponibile su Youtube dal 18 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale del Migrante. Le riprese del video sono state effettuate a Napoli presso il teatro dell’Asilo Filangieri in collaborazione con Less Impresa Sociale Onlus ed hanno visto coinvolti una decina di giovani Rifugiati eRichiedenti asilo beneficiari del progetto I.A.R.A. (Integrazione e Accoglienza Richiedenti Asilo e Rifugiati) e ospiti dei Centri di Accoglienza Straordinaria gestiti da LESS, alcuni dei quali arrivati in Italia da pochi mesi. La regia è di Fabio Luongo, vero e proprio veterano del videoclip in Italia, che aveva già collaborato con Sandro Joyeux per il videoclip Kingston.

Il brano prodotto dalla Mrfew è stato registrato tra Napoli e Lille con la direzione artistica di Mauro Romano. Oltre alla voce di Eugenio Bennato vede la partecipazione dei napoletani Francesco Del Prete (batteria) e Giovanni Maione(Percussioni), di Danilo Dipaolonicola (Fisarmonica), Simon Demouveaux (chitarra elettrica) e di Davy Deglave (cori). Il missaggio è stato curato da Francesco Giuliano, la masterizzazione da Steve Corrao presso lo studio Sage Audio Nashville.

 

“Ho scritto questa canzone ripensando ad un viaggio fatto tanti anni fa, quando attraversai la frontiera di Ceuta, l’enclave spagnola in Marocco. Fui colpito dalla gigantesca differenza di ricchezza trai due continenti, che si materializzava in questo muro altissimo, con il filo spinato costellato di pezzi di stoffe, di vestiti. Ancora oggi quella rete è sormontata da affilate lame, al fine di creare ferite più profonde a chi tenta di scavalcarlo. Ritmicamente il brano è di ispirazione sega/maloya dell’Oceano Indiano mischiato con sonorità mediterranee; parla dell’inutile cinismo delle potenze occidentali e dei muri, costruiti ovunque nel mondo, per impedire le migrazioni che sono nel cuore dell’uomo dalla notte dei tempi”.

Sandro Joyeux

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