NurSind Sindacato delle Professioni Infermieristiche ritardato riconoscimento indennità da ASST Pini-CTO
Il personale infermieristico garantisce la propria disponibilità per far fronte a prestazioni lavorative non programmate, imposte da eventi che si possono verificare all’improvviso. L’Azienda, però, prima non riconosce le indennità dovute, poi ritarda nel saldare Milano, 28 gennaio 2017.
Gli infermieri della ASST Centro Specialistico Ortopedico Traumatologico Gaetano Pini-CTO di Milano devono attenersi – così come in molte altre realtà ospedaliere – al Piano di Pronta Disponibilità Aziendale, ovvero garantire la loro immediata reperibilità con l’obbligo di raggiungere la struttura nel più breve tempo possibile dalla chiamata. Un piano che gli infermieri dell’ospedale milanese rispettano pienamente, sottolinea il NurSind, Sindacato delle Professioni Infermieristiche. Ma l’ospedale, a fine dicembre scorso, non pagava quanto ancora era dovuto. Il Sindacato, da settembre 2016, nel corso dei mesi ha avuto modo di seguire e di controllare l’andamento di quel Piano. Ritornano alla mente, però, le parole del Direttore Generale della struttura sanitaria che, una decina di giorni fa, a seguito dell’emergenza ghiaccio, ha voluto ringraziare tutto il personale che era in servizio, e quello resosi disponibile, riconoscendo l”impegno eccezionale profuso in quel difficile venerdì 13. Nonostante ringraziamenti e riconoscimenti, le indennità relative alla Pronta Disponibilità – che ammonta a 20,66 euro ogni 12 ore – non sono state riconosciute nei tempi giusti, o almeno non tutte e non per tutti. Un fatto grave, che NurSind ha evidenziato con più lettere e segnalazioni, sia alla struttura sanitaria sia agli organi competenti, l’ultima delle quali datata 18 gennaio 2017. Sebbene la reperibilità, una volta maturata, debba essere inserita in automatico in busta paga, per due mesi la questione è rimbalzata tra i vari uffici: da qualche dirigente erano state chieste, più volte, verifiche sulle segnalazioni avanzate dal Responsabile Aziendale NurSind. Quindi, dopo diversi giri di mail, richieste verbali e ulteriori riscontri e solleciti da parte del sindacato, l’Azienda, qualche settimana fa, aveva fuinalmente risposto asserendo che la pronta disponibilità era stata pagata in ritardo. A chi è da attribuire, dunque, la responsabilità di questi ritardi ? Per i casi segnalati dal NurSind non risultavano ancora pagate le precedenti indennità. E anche se il problema non era ancora risolto definitivamente, l’Azienda ribadiva affermando che non ci fossero arretrati da pagare. Soltanto venerdì 27 gennaio 2017 è stato corrisposto con le spettanze stipendiali del mese di gennaio il pagamento delle indennità arretrate. Anche se ciò che era stato maturato antecedentemente a dicembre 2016 doveva risultare già saldato. Ecco perché NurSind, ha chiesto e chiede: di verificare definitivamente e in modo esaustivo, oltre ai casi già segnalati (qualcuno risulterebbe non ancora chiuso), tutte le eventuali ulteriori situazioni; di conoscere il reale motivo di tali ritardi nei pagamenti; di adottare eventuali provvedimenti nei confronti di chi è stato inadempiente; di riconoscere gli interessi per le somme retribuite in ritardo. Allo stato attuale, i Dirigenti Sindacali NurSind, Veronica Voichescu e Rosario Pagana, invitano tutti gli infermieri della ASST a controllare e segnalare eventuali ulteriori mancanze. Infine, ma non per ultimo, NurSind chiede una urgente revisione della Procedura Aziendale sulla Pronta Disponibilità, anche perché si ritiene che l’adozione del relativo piano sia andata ben oltre, avendo lo stesso durata annuale fino al 31 dicembre 2016. Pronta Disponibilità del Comparto Sanità, ecco cosa è Il servizio di pronta disponibilità è caratterizzato dalla immediata reperibilità del dipendente e dall’obbligo per lo stesso di raggiungere la struttura nel più breve tempo possibile dalla chiamata. All’inizio di ogni anno le aziende predispongono un piano annuale per affrontare le situazioni di emergenza in relazione alla dotazione organica, ai profili professionali necessari per l’erogazione delle prestazioni nei servizi e presidi individuati dal piano stesso ed agli aspetti organizzativi delle strutture. Quindi, il dipendente rende un servizio che va oltre il normale orario di lavoro. Contrattualmente, infatti, è considerato come lavoro straordinario e come tale viene retribuito, oppure, su richiesta del dipendente, può essere compensato con recupero orario. Essenzialmente, trattandosi dell’obbligo di attesa della eventuale chiamata, può dar luogo a due situazioni ben distinte che danno entrambe diritto alla corresponsione dell’indennità di reperibilità (20,66 euro ogni dodici ore): 1 la reperibilità (in questo caso cosiddetta passiva) ha durata di dodici ore, e consiste nel rispetto dell’obbligo di attesa, senza che a tale disponibilità segua effettivamente una chiamata e, quindi, una prestazione di servizio; 2 la seconda, invece, è caratterizzata dalla effettiva chiamata e dalla conseguente prestazione lavorativa (reperibilità attiva), retribuita in straordinario oppure compensata, a domanda del dipendente, con un recupero orario.