Comunicati Stampa

Lecce la città delle strisce pedonali invisibili

Pedoni a rischio. A distanza di quasi due mesi dall’allarme lanciato dallo Sportello dei Diritti e da diversi investimenti di cittadini, Lecce rimane la città delle strisce pedonali invisibili

Solo il 1 febbraio scorso denunciavamo attraverso un reportage fotografico inoltratoci da un cittadino, la situazione delle strisce pedonali a Lecce che risultano pressoché invisibili sulla gran parte delle vie urbane ed anche nelle zone centrali, non sussistendo quasi nessuna differenza tra strade trafficate e meno.

Ora a distanza di quasi due mesi e l’appello lanciato dallo “Sportello dei Diritti” all’amministrazione non è seguita alcuna attività di adeguamento degli attraversi pedonali, con la conseguenza che alcuni investimenti susseguitisi sino ai giorni scorsi proprio sulle “zebre”, potevano senz’altro essere evitati se e solo se si fosse proceduto con la tinteggiatura periodica, senz’altro necessaria dopo il periodo invernale e le piogge. Lo stesso cittadino, quindi, ha deciso di riprendere la propria macchina fotografica per documentare nuovamente la situazione nelle centralissime zone ricomprese tra via Trinchese, piazza S. Oronzo e piazza Mazzini, ove oltre all’”invisibilità” o scarsa visibilità delle strisce pedonali sono desumibili una serie di ostacoli al transito di chi sceglie di percorrere a piedi le vie del centro.

Insomma, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, una situazione che si perpetua da parte di un’amministrazione che si decanta per le “grandi opere” e continua a trascurare  permanentemente il “quotidiano” ed in particolar modo la sicurezza della circolazione stradale che sarebbe semplicemente garantita con lavori di manutenzione regolari che assicurino la visibilità e la corretta fruibilità degli attraversamenti pedonali.

Lecce, 23 marzo 2017                                                                                                                                                                                                  

Giovanni D’AGATA

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