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Bandiere varie dal mondo: curiosità, storia, significati e simbologia

Cosa sono le bandiere? Perché esistono? A cosa dobbiamo la loro esistenza? E soprattutto, perché esistono bandiere varie e variegate, diverse per ogni Paese, ente o associazione? La bandiera può definirsi come un drappo di stoffa (o realizzato nei materiali più disparati) fissato ad un’asta verticale. Identifica uno Stato o un gruppo etnico, ma ancora una associazione, ad esempio culturale o religiosa ed ha essenzialmente un ruolo di rappresentanza. Ogni bandiera racconta una storia e conoscerle, permette di indagare approfonditamente sull’identità culturale -e non solo- di un Paese. Le bandiere, dunque, identificano, rappresentano, segnalano, svolgono quindi funzioni di rappresentanza e di appartenenza.

Gli antenati delle bandiere odierne sono i cosiddetti vessilli o ancora i labari, gli stendardi, i gagliardetti, le insegne. Oggi le bandiere hanno quasi tutte forma rettangolare, ad eccezione di quella del Nepal, che si presenta con due triangoli posti l’uno sopra l’altro e quella del Vaticano e della Svizzera che invece sono quadrangolari. La bandiera del Belize, invece, è l’unica che vede raffigurati due soggetti: uno con la clava, l’altro armato di ascia. La bandiera più antica e oggi ancora in uso è quella della Danimarca: chiamata anche Dannebrog, è stata disegnata circa 800 anni fa e da allora, più precisamente dal 1219, non è mai stata sostituita.

Ogni bandiera, inoltre, ha un suo significato preciso, una sua simbologia, che la contraddistingue dalle altre. Non è un banale accostamento di simboli, significati e colori. Le bandiere, infatti, possono inglobare più aspetti: la storia di un popolo, la geografia, le tradizioni dei luoghi e dei territori che rappresentano. Ad esempio, molte bandiere africane, si ispirano ai cosiddetti colori panafricani, ovvero giallo, verde e rosso, che rappresentano la libertà, la liberazione dal colonialismo. Il tiranga, invece, il tricolore indiano, che si presenta con tre fasce: color zafferano (coraggio); bianco ( pace); verde ( natura, prosperità). Il nostro tricolore, invece, è nato sulla scia di quanto era avvenuto in Francia con la Rivoluzione Francese. Nel 1794 a Bologna due studenti, Giovanni Battista De Rolandis e Luigi Zamboni, a capo di una sollevazione contro il potere, scelsero come simbolo della loro lotta i colori della Francia rivoluzionaria, sostituendo, però, il blu con il verde. Il 7 gennaio 1797 il tricolore, a Reggio Emilia, diventò l’emblema della Repubblica Cisalpina prima di essere adottato, dunque, dal Regno d’Italia. Tra i colori più comuni ricordiamo il rosso che simboleggia il potere del popolo, il verde che invece simboleggia la speranza e il blu che è invece associato alla pace. Tra i simboli più ricorrenti, invece, possiamo citare la croce, la mezzaluna, la spada, la stella o ancora la mezzaluna associata alla stella oppure, a seconda dei casi, emblemi araldici, nobiliari o stemmi.

Una bandiera, generalmente, si suddivide in quattro parti, dette quadranti. Quelli a sinistra, dove vi si fissa il sostegno, vengono detti all’asta, i due posti a destra, invece, sono chiamati al battente. Il quadrante all’asta in alto viene chiamato anche cantone e può presentare un disegno. Le bandiere possono essere poste sia verticalmente che orizzontalmente. Il gonfalone a tal proposito, è una bandiera verticale dotata di un bastone che viene trasportato nel corso di parate o manifestazioni simili. Le bandiere nazionali possono essere civili, di stato o di guerra. La Marina può avere bandiere diverse da quelle comuni ( le insegne).

Anche le bandiere osservano il loro “galateo”. Ad esempio, vanno esposte negli uffici durante l’orario di lavoro. Vanno innalzate dopo il sorgere del sole e ammainate al tramonto. Se il luogo è adeguatamente illuminato, inoltre, possono essere esposte anche nelle ore notturne. Non possono toccare il suolo o l’acqua. Devono essere lasciate libere di sventolare e non possono essere usate a mo’ di copertura, ad esempio per tavoli, scrivanie, etc. La bandiera di un Paese non può essere esposta in posizione inferiore ad altre ( di enti, associazioni, città) rispetto alle quali deve avere una posizione “privilegiata”.

 

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