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STINTINO – Otzi, l’uomo venuto dal ghiaccio

Otzi, l'uomo venuto dal ghiaccio
Otzi, l’uomo venuto dal ghiaccio

STINTINO 31 maggio 2017 – Il suo corpo è stato ritrovato tra i ghiacci delle Alpi Venoste, al confine tra l’Italia e l’Austria. Di lui sappiamo che è vissuto fino a 50 anni e che è morto per le ferite di una freccia. Ma di Otzi, una delle mummie più famose al mondo, si conoscono anche il peso, l’altezza, i disturbi fisici e le abitudini alimentari. Sabato 3 giugno alle ore 18,30 al Museo della Tonnara di Stintino Albert Zink, paleopatologo, direttore scientifico dell’Istituto per le mummie e l’Iceman dell’Eurac Research di Bolzano, racconterà la storia dell’uomo di ghiaccio.

Dal 1991, anno del ritrovamento, a oggi, sono molte le informazioni che la ricerca scientifica ha prodotto sul cosiddetto “uomo del Similaum”, grazie al quale continuiamo a ottenere informazioni preziose sulla vita dell’Homo sapiens. Le analisi condotte e i risultati ottenuti sono ben sintetizzati nel libro di Albert Zink “Ötzi, Tutankhamon, Evita Perón. Cosa ci rivelano le mummie”, che fa un excursus sulle mummie più famose al mondo, dalla first lady argentina al faraone bambino, passando per Lenin e Rosalia Lombardo, “la bella addormentata di Palermo”. Ma il libro non vuole solo rendere conto dei diversi processi di mummificazione e dei metodi scientifici utilizzati dagli studiosi, si interroga anche sul fascino esercitato dalle mummie. «Perché tutto questo entusiasmo? Cosa ci porta ad occuparci di questi superstiti dei mondi antichi?» si domanda Zink, rintracciando come prima causa la curiosità verso il passato e le condizioni di vita di popoli lontani.

«Ospitare Albert Zink, che io considero il padre di Otzi, è per me motivo di grande soddisfazione –commenta Salvatore Rubino, direttore del Mut e microbiologo dell’Università di Sassari –. Ho avuto il piacere di incontrare Zink nel 2013, al World Congress of Mummy studies tenutosi a Rio de Janeiro, dove io presentavo una ricerca sulle mummie di Castelsardo, e già allora gli avevo parlato della possibilità di tenere un seminario in Sardegna. L’occasione si presenta durante la seconda stagione del Museo della Tonnara, che si conferma, dunque, come luogo di incontro e scambio di saperi, spazio aperto alla divulgazione scientifica».

A dialogare con il paleopatologo sarà Teresa Rinaldi, microbiologa, del Dipartimento di Biologia e Biotecnologia dell’Università La Sapienza di Roma.

 

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